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Edoardo Chiesa

A quello che vedo non credo per niente

La prima impressione all’ascolto dei tre singoli apripista, confermata dall’album in toto, è che Edoardo Chiesa sia ringiovanito. Ed è tutt’altro che una nota negativa: non intendiamo che sia regredito nella scrittura o nell’interpretazione, ma questo disco, i cui brani sono stati concepiti, provati e portati alla versione definitiva in più anni, è fresco, ricorda un profumo fruttato che piace subito, ma è anche persistente. Sembra più vicino all’opera prima “Canzoni sull’alternativa” (2015) che all’ottimo, ma forse meno immediato, “Le nuvole si spostano comunque” (2018).

A chiedersi il perché, forse si può trovare una risposta nel fatto che tra i due album oltre ad un bel po' di tempo e ad una pandemia, ad Edoardo siano anche nate due figlie e un conseguente bel ribaltone di tutta la vita. Inoltre, a differenza dei due predecessori, il terzo album volutamente non ha un filo logico o una sorta di trama, ma sono otto brani a sé stanti, che raccontano momenti e pensieri diversi tra loro, filtrati però dalla sua scrittura, originale, obliqua e sempre brillante e una voce che cattura. Un disco giovane ma di crescita, che ci regala un autore capace di dipingere quadri sempre più completi e ricchi, senza essere scontati.

 

I tre singoli di cui si parlava sopra hanno poi aumentato l'attesa, a partire da Due come noi, spontanea e genuina reazione di una coppia al mondo che li circonda e cerca di farli sentire sbagliati o fuori posto. Da questo brano è stato tratto il titolo del disco, che nella sua versione ‘integrale’ recita “A quello che vedo non credo per niente, ma quello che sento succede davvero”, un invito a dare più credito alla sostanza e meno all'apparenza, espresso in un perfetto stile ‘wertmulleriano’. Più scura e notturna la seconda anteprima ovvero Come si fa, dove due stelle discutono di un tema annoso come il difficile equilibrio tra guardare avanti e tenere con sé il passato, tra il lasciarsi andare e la paura di cadere. Nuovamente di stampo cinematografico, almeno per il titolo è invece Se tutto quello che è considerato inutile sparisse un giorno all'improvviso, ipotesi suggestiva e spaventosa, che sottolinea quanto sia difficile dare alle cose il giusto valore; brano che pone molte domande, lasciandoci in bocca la voglia di cercare le risposte e la convinzione che la musica non sia affatto inutile.

Notevole e diversa dallo stile, seppur variegato, di Edoardo è Qualcosa cambiare te una sorta di rap spurio e sputato fuori dai denti con più sarcasmo che ironia, un invito a prendere sempre posizione, con un arrangiamento che utilizza l'elettronica per sottolinearne il messaggio. Una versione più cruda, solo voce e chitarra, ci era stata regalata alla finale della 20ª edizione del Premio ‘L'artista che non c'era’ al CPM di Milano, dove Edoardo si era qualificato a luglio scorso.

 

In chiusura, inevitabile e dolcissima, la canzone dedicata alla prima figlia, la cui data di nascita (19.9.19) è usata come titolo e comprensibilmente punto di svolta e nuovo inizio. Se ad inizio canzone il papà non riesce a trattenersi dal dare consigli ed indicazioni a chi sta per arrivare (il brano è precedente alla nascita della bambina), in seguito le presenta quelli che la accompagneranno, nonni, parenti, amici, animali domestici, in una parola famiglia, per poi cullarla con la sua chitarra, senza bisogno di aggiungere parole.

A quello che vedo non credo per niente è un disco in cui otto tracce sono il numero perfetto; in un alternarsi di testi che osservano, sempre in modo originale, il mondo che ci circonda, ad altri più intimi, quando si giunge alla conclusione la sensazione è quella di aver fatto un percorso che ha un senso, a cui non va aggiunto nulla. La capacità di approcciare temi diversi mantenendo come punto fermo un punto di osservazione che non ti aspetti, uno sguardo curioso, pronto a stupirsi e mai giudicante è sicuramente un punto di forza del cantautore. Rispetto ai lavori precedenti restano come matrice riconoscibile anche la voce, che è una gran voce, usata però con l’umiltà di uno che non si sente “un cantante”, ma uno che racconta il suo mondo attraverso la musica, e la chitarra, spina dorsale della composizione.

A quello che vedo non credo per niente aggiunge alle doti di Edoardo Chiesa una sfumatura in più: gli arrangiamenti, la produzione, sono come spezie che rendono più intrigante una ricetta.

di Marìka Amoretti e Alberto Calandriello

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Edoardo Chiesa, Tomaso Delfino, Massimo Caso
  • Anno: 2024
  • Durata: 23:30
  • Etichetta: L’Alienogatto/Gaina Records /Lapop - RadioCoop

Elenco delle tracce

01. Due come noi

02. Come si fa

03. Se tutto quello che è considerato inutile sparisse un giorno all’improvviso

04. Una Tana

05. Qualcosa cambiare te

06. Il Sogno

07. Il Necessario

08. 199919

Brani migliori

  1. Due come noi
  2. Qualcosa cambiare te
  3. 19919

Musicisti

Edoardo Chiesa, Tomaso Delfino, Massimo Caso, Damiano Ferrando, Amedeo Bianchi