Tesi – Lepistö – Munelly – Le Tron – Laloy
Molti anni dopo il TransEurope Diatonique, trio di soli organetti con spiccata vocazione sperimentale, Riccardo Tesi torna alla carica in un quintetto, anche qui strumentalmente monolitico, che lo vede incrociare l’attrezzo con un finlandese (Lepistö), un francese (Le Tron), un belga (Laloy) e un irlandese (Munnelly): Nessuna leadership del musicista toscano, si badi, quanto un ensemble assolutamente democratico (anche sul piano compositivo) che è stato felicemente definito “un incontro tra folk, irish-music, jazz, musica da film e liscio”. Riunitisi una prima volta nella primavera 2010 per una serie di concerti, un anno dopo (aprile 2011) i cinque si sono ritrovati in studio per incidere questo notevole Accordion Samurai (dove i samurai sono ovviamente loro).
Il carattere è anzitutto timbrico, ça va sans dire, monolitico, certo, ma con sfumature e profumi intestini di straordinario fascino, e appena dopo ritmico, con iterazioni e (micro)variazioni tipiche della musica popolare, che rimane l’universo di riferimento del progetto. L’impatto, fin dall’iniziale Samurai I (di Laloy e Pascal Chardome), è prezioso, pieno, mai vacuamente spettacolare o virtuosistico. Intersezioni più rigogliose e ripiegamenti verso aree più pacate, liriche e riflessive, convivono non di rado entro un medesimo brano, come accade prontamentenel Grand cèdre di Le Tron, che parte quieto e poi si accende. Triolé di Tesi, subito dopo, si cementa attorno a una fitta sequenza di assoli, mentre Blind Harbour/Carty's Reel è aperto dal solo Munnelly, col progressivo allargamento del tessuto espositivo man mano che i compagni lo raggiungono.
Dall’Irlanda alla Francia per De Delay Lo Ribatel, cui Tesi giustappone, nella stessa traccia, il suo Espresso: tutto molto elegante. Ecco quindi la Finlandia di Lepistö (Polar Balkan), a dirci con chiarezza quanto i pur distanti (e distinti) input sappiano generare un prodotto comunque del tutto coeso, quasi l’intero materiale uscisse da un’unica penna, e ciò anche quando – come per Eleanor Neary's Hornpipe o per il conclusivo The Last Waltz – la scrittura esula dal quintetto.
Un ottimo dittico è, ancora, quello che vede succedersi Reel Finlandia di Lepistö, in costante crescendo, con gli strumenti che si sovrappongono strada facendo in una sorta di fugato opulento quanto sempre precisissimo, e Mia, di Laloy/Chardome, decisamente frizzante dopo un avvio quasi pensoso. Ovunque si ha la misura della straordinaria nitidezza di impasti (e incastri, quindi ancora timbro e ritmo su tutto) strumentali, di esposizione e – a volte – trasgressione. Gran disco.
www.thesamurai.jimdo.com
01. Samurai I
02. Le grand cèdre
03. Trioolé
04. Blind Harbour / Carty’s reel
05. De Delay Lo Ribatel / Espresso
06. Polar Balkan
07. Eleanor Neary’s Hornpipe
08. Reel Finlandia
09. Mia
10. The Last Waltz
Riccardo Tesi, Markku Lepistö, Bruno Le Tron, Didier Laloy, David Munnelly: organetto diatonico