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TV Lumière

Addio! Amore mio

Addio! Amore mio: i Tv Lumière spalancano la porta sul buio dell’addio, su colpe, nevrosi e solitudini, su un abisso di silenzi riempiti con suoni scelti per scivolare piano nelle vene e nei pori, come vento e veleno, su un baratro di colori violenti.

Questi ultimi non abitano tanto o solo nelle parole, curate ed ermetiche, dei testi in italiano, quanto nei lunghi momenti strumentali dell’album: ad affrescare le tenebre del cuore ci pensa un post-punk che nei violini dell’ospite Rafael Bord (The Somnambulist), nei synth di Un fiore per il capitano o nella triste sinfonia sacrale Da quando mi hai abbandonato, nelle linee di piano e nella voce di Federico Persichini ricordano i Dead Can Dance e i loro suoni dilatati, ma anche le atmosfere senza luce, stile vocale ed arrangiamenti ipnotici no-wave dei Swans di Michael Gira.

La succitata Da quando mi hai abbandonato…, una lenta traccia spoken con sogni di «cani che mi sbranavano il cuore» e un dolore che sventra e trasforma in automi svuotati, e la precedente strumentale A.m.a.n.o. rievocano anche a tratti stile e mood, disilluso rogo di sogni, di alcuni brani dei Massimo Volume.

Chitarre post-rock a pennellate corpose, in riff dolorosamente ossessivi o in stilettate di distorsioni, accolgono campionamenti e synth spettrali, che guardano al kraut-rock; è evidente d’altronde la mano e l’influenza del produttore Amaury Cambuzat e dei suoi Ulan Bator. Ma la densa malinconia del sound dei Tv Lumière ha ormai un prezioso spessore qualitativo del tutto personale, che sa anche assumere cadenze e afflato cinematici (Transoceanica, il cui pathos si gonfia sull’onda di cori ripetuti e di una tempesta vorticosa di violini, in una ritmica impetuosa e camaleontica da lode), distillare suoni come pura essenza di stati d’animo, o accendersi nel ritmo di De Rosario, che da apparire quasi brillantemente latino si fa instabile e cangiante, con evanescenze sonore space-rock.

Tra marce solenni e tetre, chiuse incendiate dal noise, momenti strumentali rallentati, arpeggi struggenti e riff incalzanti, il quartetto umbro ci regala un ottimo album, imperioso e al contempo onirico.

L’Italia è purtroppo patria avara dei musicisti sperimentatori che non si accontentino di vestire i panni dei menestrelli, ma con classe e gusto contaminino generi e umori, partorendo con cura e fatica suoni di tale potenza evocativa, ma auguriamo la meritata fortuna ai Tv Lumière e alle loro ombre sonore abbacinanti.

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In dettaglio

  • Anno: 2011
  • Durata: 59:25
  • Etichetta: Acid Cobra Records/Venus/Believe

Elenco delle tracce

01. La condanna

02. Transoceanica

03. De Rosario

04. Un fiore per il capitano

05. La lettera

06. A.M.A.N.O.

07. Da quando mi hai abbandonato…

08. Ago e filo

09. Scena muta

10. L’ospedale vecchio

11. I sette giri del corrente

Brani migliori

  1. Transoceanica
  2. A.M.A.N.O.
  3. Da quando mi hai abbandonato…

Musicisti

Federico Persichini: voce, chitarra Ferruccio Persichini: chitarra, piano Irene Antonelli: basso, voce Yuri Rosi: batteria, percussioni Amaury Cambuzat, Rafael Bord