Jules not Jude
C’era una volta il pop, proprietà esclusiva delle band anglosassoni. Ebbene, dopo molti decenni l’Italia può vantare anch’essa un manipolo di ardimentosi e dotati interpreti di pure pop cantato in inglese. Inseriti in un filone piuttosto corposo del mare magnum dell’indie rock, i Jules not Jude from Brescia presentano questo All apples are red, except for those which are not red, che pare un figlio legittimo del pop inglese.
Un ottimo cd, con alcune gemme autentiche, come Caramel lovelypop, singolo scintillante che sta spingendo questa band a conquistare la considerazione dei media musicali italiani e il consenso istintivo del pubblico. Numerose le influenze che emergono dall’ascolto di questo cd, che viene sommariamente catalogato come indie rock (o pop) e che stimola più di una riflessione circa questo movimento in fase di espansione.
Di certo il suono immediato di queste canzoni, imbevute di stralci di surrealismo e di “sogni e frasi urlate in notti insonni” colpisce e stupisce per la qualità non inferiore ai prodotti originali cui queste canzoni sono ispirate . Ma colpisce anche la varietà e la personalità di queste canzoni, che testimoniano come i Jules not Jude non si ispirano semplicemente ma possiedono di per se stessi elevate capacità creative. Una band approdata a questo primo cd ufficiale dopo l'EP Clouds of fish (accolto da unanimi pareri favorevoli dalla critica specializzata) presentato dal vivo con oltre quaranta date in tutta la Penisola.
L’idea di base va attribuita a Simone Ferrari (voce, chitarra, tastiere) e Mirza Sahman (chitarra, voce) che, dopo aver fondato il gruppo nel 2007, decidono che la loro creatura ha diritto di diventare grande e così assoldano altri due elementi, Mauro Parolini (basso, percussioni) e Marzia Savoldi (batteria, percussioni). Ricomincio da quattro, quindi, anche se nel gennaio del 2011 la batterista abbandona a malincuore il progetto, sostituita da Daniel Pasotti, già parte della band del cantautore Edipo.
Una band in progress quindi, che nel corso degli anni, pur rimanendo legata – anche affettivamente – al pop denso di echi beatlesiani (ma anche di rimandi agli Aztec Camera e al brit pop anni ‘90) si evolve aggiungendo ingredienti rock (Don’t stop your thoughts in a name) e colorando di ritmo il loro sound (The Hospital e Bubabeat). Un disco intrigante, che si scioglie in bocca come una “caramel lovelypop”, lasciandoti addosso un piacevole sapore di freschezza.
01. Run
02. Carmel lovelypop
03. Back tonight
04. Chance
05. Just a girl
06. Don’t stop your thoughts in a name
07. The hospital
08. 12th January
09. Ordinary sunshine
10. Bubabeat
11. Pathetical lover
12. Eleven
Simone Ferrari: vocals, acoustic guitars, piano, organ, keys and toys Mirza Sahman: back vocals, acoustic and electric guitars, sound fix Mauro Parolini: bass, percussions and groove Marzia Savoldi: drums, cajon, percussions and sweetness Fabio Benni, Daniela Savoldi, Ombretta Ghidini, Freaky Mermaids, Fausto Zanardelli (Edipo), Fabio Dondelli + Massimiliano Budo Tonolini + Andrea Abeni (Annie Hall)