Paolo Fresu & Omar Sosa
L’avvio del cd fa temere scenari non troppo edificanti: che la vena più “lieve” di Paolo Fresu, cioè, posta a decantare con un’entità non proprio rigorosissima come il pianista cubano, o le stesse frequentazioni del pur ottimo cellista brasiliano (presente in tre brani), finisca per piegarsi a un easy listening piuttosto esteriore, ornamentale, lontano dalle migliori opere (e sono tante) del trombettista sardo. Il seguito, per fortuna, dirada tale ipotesi, anche se una certa leggerezza, una sostanziale volontà di non addentrarsi troppo nei meandri del dialogo a due più ardito (e per ciò stesso stimolante, vitale) sopravvive anche nelle undici tracce che seguono l’iniziale S’Inguldu (di Fresu, come il titolo rivela inequivocabilmente).
E’ del resto la vena del trombettista a determinare i picchi dell’album (o di singoli pezzi), laddove di un Omar Sosa pur compositivamente fecondo si devono temere i tappeti elettronici troppo plastificati e meccanici, l’inconsistenza vocale, certa estenuata oleograficità. Dove, in lui, prevale il pianista, per contro, il livello tende a salire, come accade – per intero o a intermittenza – nei brani che vanno dal terzo all’ottavo, primi fra tutti i due con Morelenbaum, vale a dire Alma e Crepuscolo, attraversati da un lirismo purissimo, laddove Angustia e Moon On The Sky si sdipanano più incalzanti (pur sempre dall’alto di un aplomb che non abbandona mai i due perfomer), il secondo con una serpeggiante danzabilità. Non memorabile, per parte sua, l’unica pagina estranea alla Premiata Ditta Fresu & Sosa, Under African Skies di Paul Simon.
01. S’inguldu
02. Inverno grigio
03. No trance
04. Alma
05. Angustia
06. Crepuscolo
07. Moon on the sky
08. Old D blues
09. Niños
10. Nenia
11. Under african skies
12. Rimanere grande!
Paolo Fresu: tromba, flicorno, percussioni, effetti, fischio Omar Sosa: pianoforte, tastiere, samplers, effetti, percussioni, voce Jaques Morelenbaum: violoncello in 01, 04, 06