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Dente

Almanacco del giorno prima

Il quinto album di Dente, Almanacco del giorno prima, è stato registrato nella campagna emiliana, nelle terre verdiane, in uno studio allestito in una ex scuola a Busseto. 
Una scelta forte, quella di ritagliarsi un tempo meno oppresso dalle costrizioni, inevitabili in un classico studio di registrazione, per continuare a mettersi in gioco tornando ad occuparsi della produzione artistica in prima persona, avendo la massima libertà di scelta.
Realizzato così, questo nuovo lavoro riesce a trasfigurare quella malinconia che solo i vecchi album di fotografie sanno regalare, trasformandola in atmosfere ariose e confortanti, dove la felicità è più impalpabile di un miraggio.
Disincantato e disilluso, anche questa volta Dente ci regala un sorriso a celare un mosaico di emozioni dallo smalto opaco: il tema è sempre personale e universale allo stesso tempo. Sempre più consapevole nell'accordare suoni e versi, il cantautore è ben lontano dalle rarefatte atmosfere degli esordi, ma è riuscito nella crescita artistica a non perdere in efficacia.
Prosegue così nel suo (felice) percorso continuando a piegare la lingua italiana ai suoi voleri, tra assonanze, consonanze, arguzie e sentimenti dissonanti: che il gioco di parole sia uno dei suoi stratagemmi preferiti è cosa assodata, ma in questo disco continua a dimostrare che anche i suoni sanno stare al (suo) gioco, offrendo atmosfere che un passato quasi remoto sapeva ben dipingere. Ed è forse il passato, in senso più ampio, la chiave di ascolto di questo Almanacco del giorno prima che poco si apre al futuro. Al Manakh, al centro del disco, rende bene l'idea, in un dialogo di suoni e riflessioni incalzanti sul tempo (passato, presente e futuro) con cui ci rifiutiamo di fare i conti. La canzone è sospesa tra sentenze, un carosello di suoni e un finale che racconta un qualcosa che fu. Il presente non è poi tanto semplice se il disco si apre con un emblematico "vorrei esplodere al centro di una bomba nucleare" (Chiuso dall'interno) appoggiato su un bel tappeto di fiati (diretti da Enrico Gabrielli) e da parole che si dondolano accompagnate da percussioni, ipotesi e rese.
E se Invece tu, il primo singolo, inganna con una apparentemente serena giocosità, che sembra un riflesso di oceani e terre lontane - tra flauto, marimba e vibrafono (suonati da Sebastiano De Gennaro) e violini (affidati a Rodrigo D'Erasmo), clavicembalo e prese di posizione - ci pensa Miracoli, con il flauto come interlocutore e belle percussioni, a riportare tutto nelle corde del disco: tra cambi repentini di atmosfere. Il finale è tanto inaspettato quanto caustico, in una canzone – breve – difficile da dimenticare.
Con un incedere che porta indietro nel tempo, Fatti viva tocca invece altri tasti (non solo quelli protagonisti, del pianoforte, del clavicembalo e dell'organo Farfisa)... ma quelli della mancanza, delle possibilità e delle impossibilità, mentre l'intenso minuto e mezzo di Un fiore sulla luna è uno dei brani – regno di clavicembalo e di parole ordite con arguzia – più belli e diretti dell'album.
Un'atmosfera sognante e nostalgica accompagna i giochi di fonemi di Coniugati passeggiare che non risparmia – troppa grazia! – anche una infelice coniugazione, mentre delizioso è il quadretto (emotivo) dipinto in Gita fuori luogo che scivola tra distrazioni, percussioni, l'organo Farfisa e i sorrisi sui titoli di coda di un incontro.
Siamo agli ultimi capitoli dell'album, che riservano (ancora) ottimi brani: come Casa mia, gemella di Casa tua, nel precedente album Io tra di noi del 2011, che rivela, tra batteria e riff di chitarra, una introspezione profonda, una presa di coscienza, ma anche una ricerca – muta – di affinità.
Un trionfo di fiati e archi è Meglio degli dei che vede Dente, anche al pianoforte, intento a far vibrare le corde profonde di un sentimento non sempre lineare. Tra percussioni coinvolgenti e contrabbasso si dispiega I miei pensieri e viceversa, in un'atmosfera che inganna sin dalle prime battute che sostengono un testo amaro, con una sfumatura finale piuttosto eloquente.
L'album si conclude, dopo poco più di mezz'ora, con Remedios Maria, in cui le donne sono (le) protagoniste insieme al clavicembalo di un bel ritmo, dove a fantasia si aggiunge fantasia, e forse qualcosa di 'reale' potrebbe anche esserci.
La discografia di Dente si è arricchita quindi con un bell'album, che omaggia un passato musicale, anche con la scelta della strumentazione utilizzata. La grafica del disco non è da meno, tra colori che rimandano alla psichedelia e una antica mappa della luna, rivisitata per l'occasione. Chissà se tra quei crateri, tra le pagine dell'almanacco, tra una emozione ed un'altra, si nasconde (anche) Irene.

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In dettaglio

  • Produzione artistica:  Dente
  • Anno: 2014
  • Durata: 38 min
  • Etichetta: Pastiglie/Sony Music

Elenco delle tracce

01. Chiuso dall'interno 02. Invece tu 03. Miracoli 04. Fatti viva 05. Al Manakh 06. Un fiore sulla luna 07. Coniugati passeggiare 08. Gita fuori luogo 09. Casa mia 10. Meglio degli dei  11. I miei pensieri e viceversa 12. Remedios Maria

Brani migliori

  1. Invece tu
  2. Casa mia
  3. I miei pensieri e viceversa

Musicisti

Dente (Giuseppe Peveri): chitarre, voce, clavicembalo, percussioni, organi Farfisa, glockenspiel, pianoforte, effetti  -  Gianluca Gambini: batteria, percussioni, piatti, spazzole, glockenspiel  -  Nicola Faimali: basso, contrabbasso, percussioni, pianoforte, clavicembalo  -  Sig. Solo: pianoforte, organo, archi elettronici, mellotron, basso, clavicembalo, organo Farfisa, harmonium  -  Enrico Gabrielli: sax tenore, sax baritono, flauto  -  Paolo Rainieri: tromba  -  Francesco Bucci: trombone  -  Sebastiano De Gennaro: marimba, vibrafono, glockenspiel  -  Rodrigo D'Erasmo: violini