Manuel Agnelli
Ama il prossimo tuo come te stesso potrebbe sembrare, a primo acchito, una massima che inneggia alla pace e alla serenità. Ma se ti chiami Manuel Agnelli non è così scontato pensare che l’amore per te stesso sia al primo posto nella scala delle priorità, anzi. Ed è così che, a 56 anni, esce l’esordio solista di un artista che ha segnato la storia della musica alternativa italiana, prima che diventasse indie e commerciale, plasmando un genere che avrebbe poi influenzato tutta la scena dagli Anni Zero in poi. Quando ascoltare gli Afterhours significava mettersi davanti allo specchio, senza paura di guardare oltre l’apparenza e venendo a patti con il lato più oscuro e buio di sé stessi, “con quello che non c’è”.
Ama il prossimo tuo come te stesso rilancia e rincara la dose, già dalla prima traccia Tra Mille Anni Mille Anni fa, che inizia ad affondare lentamente la lama del coltello che scaverà dieci lunghi solchi (“Farsi del male è splendido/ Perché esser vivi è splendido/ Mi troverai in ogni uomo che vivrai / Non sentirti in colpa se non mi amerai/ Non sentirti strana se non mi amerai”)
La foto di copertina si accartoccia in preda alle fiamme e la cupezza prende la forma di Proci, dove un moderno Ulisse riscrive le regole della mitologia, rispolverando l’antica legge del taglione (“Tu fa’ quello che puoi/ Se quello che vuoi/ Non è poi sto gran che/ E io lo farò a te”). Lo spettro della pandemia e dell’isolamento fa capolino in Milano con la peste, probabilmente la stella polare di questo disco, una ballata che scopre le ferite più intime e lascia spazio alla malinconia (“Non ti ho mai lasciato andare veramente/ Non ti ho mai avuto che nella mia mente/ Dimmi che ti sentirò qui addosso/ Dimmi che ti sognerò e fa lo stesso/ Puoi arrenderti, posso dimenticare/ Tanto non sei stata mai, non puoi finire”).
Ma l’attualità non si ferma al Covid, e con Severodonetsk prima e Guerra e Pop Corn dopo, ad essere protagonista è il conflitto bellico in Ucraina, attraverso una virata rock che non fa rimpiangere i trascorsi con gli Afterhours (“Si vedrà quando toccherà a noi/ Per ora gira pure nuda e ridi”). Si amalgamano bene anche i due brani tratti dalla colonna sonora del film ‘Diabolik’ - Pam Pum Pam e la premiata La Profondità degli Abissi – in un album che non ha paura di sperimentare, attraverso l’utilizzo di strumenti non convenzionali (coperchi, catene, scatole di cartone, bidoni della spazzatura) al fine di creare un effetto disturbante e coinvolgente al tempo stesso.
La chiusura è affidata alla title track, e Manuel Agnelli in un riecheggiare di sonorità reediane (A Perfect Day su tutte) si chiede “Mi hai perdonato per avermi amato, amore mio?/ Non puoi uccidere chi ti fa vivere”.
01. Tra Mille Anni Mille Anni Fa
02. Signorina Mani Avanti
03. Proci
04. Milano Con La Peste
05. Lo Sposo Sulla Torta
06. Severodonetsk
07. Guerra e Pop Corn
08. Pam Pum Pam
09. La Profondità Degli Abissi
10. Ama Il Prossimo Tuo Come Te Stesso
Parole e Musica: Manuel Agnelli;
Voce, pianoforte, chitarre: Manuel Agnelli;
Archi e orchestrazione: Rodrigo D’Erasmo;
Batteria: Fabio Rondanini;
Batteria acustica: DD LPOM;
Chitarre: Lorenzo Olgiati;
Registrazione e missaggio:
Guido Andreani/ Tommaso Colliva/ Manuel Agnelli