Eugenio in Via Di Gioia
Ché poi chi lo ha detto che per veicolare, con le canzoni, contenuti politici legati ai temi dell’ambiente, del capitalismo e della new economy globale bisogna essere dei cantautori grigi, musoni, con la barba e l’occhialino? E che la musica deve essere per forza scarna ed essenziale, triste, noiosa e pesante? Questi quattro trentenni di Torino, gli Eugenio in Via Di Gioia (qui sotto in una foto di Elisa Marchina), sulla scena ormai da 10 anni, sono vivi anche per sfatare questi falsi miti musicali dei decenni passati.
La cosa che balza subito agli occhi, ed alle orecchie, appena ci si imbatte nei loro brani, è infatti la solarità, la freschezza, l’ironia e la giuliva fanciullezza scanzonata con cui condiscono le musiche, che fanno da contraltare ai testi tutt’altro che leggeri: basterebbe, su tutti, solo il titolo sfacciato e coraggioso che hanno scelto per il loro ultimo lavoro: Amore e rivoluzione.
Ed è proprio questa stramba idiosincrasia il perno attorno a cui ruota l’universo musicale del gruppo. Con questo quarto lavoro gli ‘Eugeni’ sembrano aver raggiunto la piena maturità di questo primo loro percorso artistico: la coerenza, la credibilità e la linea narrativa di tutti i dodici brani lo fanno apparire come un concept album, una sorta di opera omnia definitiva della loro impronta artistica. Sostenuto sempre da muro variopinto di rumori, voci a cappella, coretti, gridolini ed incursioni di vari disturbi non identificati, il suono che il gruppo ci propone è un’esplosione di stili musicali dissonanti, che prova a mischiare la canzonetta dell’oratorio con l’indie pop, il folk ed una spolverata di campionamenti elettronici quanto basta. Quello che sorprende è che il risultato di questo miscuglio è un originalissimo sound di armonizzazioni che non assomiglia a nessuna delle situazioni già ascoltate prima delle loro sperimentazioni.
Tornando alle tematiche, ci tengono però a dire che questa rivoluzione che citano nel titolo dell’album non la vogliono solo fare, e cantare, da soli, anzi è “Il nostro invito ad un'azione collettiva. Il nostro manifesto per un'inversione di rotta partecipata, transgenerazionale”. E quindi con un Elio in ottima forma sbeffeggiano la piaga dello sfruttamento del lavoro, con il Piccolo Coro dell’Antoniano smontano il mito della crescita fondata dal consumismo sfrenato, con Francesca Michielin affrontano la piaga della diseguaglianza sociale e, con un meraviglioso flashmob collettivo in Piazza San Carlo a Torino, dichiarano il loro amore incondizionato per la Terra in una delle più belle canzoni ambientaliste mai scritte fino ad ora.
La bellezza di questi quattro ragazzi però, va anche oltre le loro nobilissime denunce, senza mandarla a dire, dirette, ma sempre eleganti e colte, presenti nei loro testi, e riguarda il loro “essere attivisti”: in ogni progetto musicale che li riguarda, dai booklet, ai concerti, al catering, ai flashmob, c’è sempre l’impegno e il coinvolgimento concreto verso una o più cause di rilevanza sociale, ambientale, politica, economica attraverso iniziative e campagne di comunicazione.
Amore e rivoluzione non è quindi solo il titolo di una raccolta di canzonette spensierate, ma un urlo di speranza e di chiamata all’agire perché “…esiste un'alternativa, ne esistono infinite, dobbiamo solo inventarle e intraprenderle”.
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01. Quarta Rivoluzione Industriale
02. Terra
03. Filastrocca per Grandi
04. Libero
05. In Cima
06. Rabbia
07. Provincia Assassina
08. Nuvola
09. Plot Twist
10. Giornalaio
11. Umano
12. Utopia
Eugenio Cesaro (voce, chitarra);
Emanuele Via (pianoforte, fisarmoniche, cori);
Paolo Di Gioia (batteria, percussioni, cori);
Lorenzo Federici (basso, cori)