Anais Drago
La venticinquenne violinista biellese Anais Drago è senz’ombra di dubbio uno dei nomi più interessanti emersi in questi ultimi tempi nel panorama jazzistico nazionale. Ascoltata una prima volta all’ultimo Euro Jazz Festival di Ivrea nel gruppo UnoMundo, impegnato nella rivisitazione di colonne sonore, e poi in solo al vernissage di una mostra del pittore (nonché jazzofilo) Davide Minetti, in quest’ultima occasione ci aveva informato dell’imminente incisione del primo album a suo nome, che è appunto quello di cui ci apprestiamo a parlare e che conferma in toto quanto di buono si era intuito di lei, al di là della perizia strumentale, proprio come idea di musica, jazzisticamente non canonica, anzi apertissima a deviazioni varie verso altri terreni, in una visione compositiva e organizzativa, della costruzione, decisamente matura, ponderata, soprattutto in rapporto all’età, verdissima.
Qui il destinatario delle attenzioni della giovane violinista è quel geniaccio di Frank Zappa (fra l’altro oggetto della sua tesi di laurea), che appunto nella contaminazione (quando ancora questo era un termine, e un concetto, assolutamente desueto) ha sempre fatto il suo manifesto, attraverso un’ottica del tutto personale che, senza voler fare improbabili paragoni (e ci mancherebbe altro!), anche Anais possiede. Lo stesso gruppo che firma questo album, nella sua conformazione, reca un po’ le stimmate del genio di Baltimora, e poi la musica, solida nelle strutture quanto libera (ma per altri versi sempre sorvegliata, coerente e coesa) nelle aperture improvvisative, fanno il resto.
C’è chiarezza ma non scolasticità (o peggio maniera, o intenti meramente derivativi o ornamentali), bellezza globale senza che si scada mai nell’estetismo, estroversione ma al tempo stesso palpabile intenzionalità, spiccato senso del collettivo, della coralità, invidiabile equilibrio strutturale complessivo. Insomma: un’opera prima di questo spessore non la si incontra certo dietro ogni angolo. Ora si tratta di proseguire di conseguenza, il che non è mai facile. I presupposti, peraltro, in questo caso sembrano proprio non mancare.
Foto di Massimo Tentori (Drago), Billboard (Zappa).
www.anaisdrago.it
01. Calma e leggerezza
02. Phialella Zappa I
03. Phialella Zappa II
04. Provence’s Bar
05. Nazca Lines
06. Zappa Canges
07. SS 31
Anais Drago: violino - Gianpiero Malfatto: trombone - Giulio Giani: sax alto - Riccardo Sala: sax tenore - Gabriele Ferro: chitarra - Viden Spassos: contrabbasso - Andrea Beccaro: batteria - Ben Levis: ottavino in 04 - Michael Levis; voce in 04 - Ellen Levis; voce in 04 e 05 - Mark Levis: falso sax baritono in 07