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Lucilla Galeazzi

Ancora Bella Ciao

«E fu subito scandalo» così Lucilla Galeazzi scrive nel libretto del disco, riferendosi alla prima rappresentazione dello spettacolo “Bella Ciao” da parte del Nuovo Canzoniere Italiano al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel lontano 1964, un programma di canzoni popolari italiane curate da Roberto Leydi e Filippo Crivelli su testi di Franco Fortini.

 

I temi di quelle canzoni erano la guerra, l’amore, il lavoro, la protesta sociale e riuscivano a scuotere le coscienze della gente, ma ora a distanza di tanti anni il nostro paese sembra essersi assopito, forse incantato dalla televisione, non è più capace di indignarsi di nulla ed episodi di corruzione, malasanità, sfruttamento della prostituzione, spaccio di droga, traffici di organi e persone e via di questo passo, non scalfiscono più le nostre anime ed allora? Allora, “Ancora” Bella Ciao, un omaggio ai sentieri battuti da artisti come Giovanna Marini, Ivan Della Mea, Gualtiero Bertelli, Rosa Balistreri solo per fare qualche nome, per non dimenticare, per non cancellare la storia del nostro paese.

 

Siamo quindi nel campo della canzone popolare, quella che si porta per le strade e le piazze dei paesi, con una struttura musicale scarna e leggera, vi troviamo, infatti, solo la chitarra di Stefano Scatozza o di Davide Polizzotto a sostenere con i propri arpeggi e giri armonici la voce: ma che voce, quella di Lucilla Galeazzi. Un’artista capace ancora di commuovere sulle note di Bella Ciao cavallo di battaglia che compare qui in due versioni altrettanto belle, una registrata in studio e una special track registrata durante la trasmissione “Le Fou du Roi” a Radio France International.

 

I temi trattati in queste canzoni, ancora una volta, sono quelli dell’immigrazione, come in Mamma, mamma, mamma damme cento lire, un canto tradizionale laziale che sembra parlare dei tanti emigranti che ancora oggi perdono la loro vita nella speranza di cambiare finalmente vita nel nostro paese, l’eterna falsità della politica capace di illudere anche le vittime dell’ultimo terremoto magari proponendo enormi assurdità «A l’Aquila ci faremo le Olimpiadi e San Remo / Gran fratello e co’ i Famosi / Porta a Porta ed i Golosi / nani, cuochi e ballerine / tuttologi e veline» come canta Lucilla in La tarantella de lu terremotu; oppure le vittime del terrorismo come Sergio Cecci morto nella strage di Bologna del 2 agosto 1980 cui è dedicata la malinconica Per Sergio. In Stanotti ci so’ statu al centro dell’attenzione ci sono i tanti baraccati espulsi dalle case occupate alla Serpentara nel 1970, e che trovarono voce tramite i versi spontanei di un anonimo, fortunatamente registrati da Alessandro Portelli durante la loro occupazione del Campidoglio, in quel lontano 14 marzo.

Nel disco non c’è, però, spazio solo per le canzoni a sfondo sociale, ci sono ad esempio anche splendide canzoni d’amore come la ninna nanna Avo! L’amuri miu e A’ virrinedda tratte dal repertorio popolare siciliano, o Quelle parole canzone composta da Lucilla Galeazzi.

Un disco per non dimenticare.

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In dettaglio

  • Anno: 2010
  • Durata: 42:37
  • Etichetta: Heliconia/Indi Edizioni e Produzioni Musicali/Egea Music

Elenco delle tracce

01. Mamma, mamma, mamma damme cento lire

02. La tarantella de lu terremotu

03. Avo! L’amuri miu

04. A’ virrinedda

05. Quelle parole

06. Quante stelle nel cielo con la luna

07. Girala girala

08. Tarantella Kissibbè

09. Per Sergio

10. Lu furastiero

11. Stanotti ci so’ statu (Tarantella dei baraccati)

12. Bella ciao

13. Bella ciao live (special track)

Brani migliori

  1. Avo! L’amuri miu
  2. Per Sergio
  3. Bella Ciao

Musicisti

Lucilla Galeazzi: voce, arrangiamento (2, 11, 12) Stefano Scatozza:chitarra (1, 5, 9), arrangiamento (1, 5, 9, 12) Davide Polizzotto: chitarra battente (2, 3, 4, 6, 7, 8, 11), arrangiamento (3, 4, 7, 11), adattamento per chitarra battente (6)