Guido Maria Grillo
A dir poco azzeccato il titolo Ànema per questo lavoro di Guido Maria Grillo dai toni malinconici e fortemente emotivi. L’artista non si risparmia e scrive partendo da radici profonde (nato e cresciuto in un contesto artistico, è, tra le altre cose, pronipote del “principe” Totò) fino ad arrivare a cime più alte dalle quali ci regala prospettive e grandi aperture verso la contemporaneità.
Si sente in tutto il disco la sua passione per Tenco ma soprattutto quella per Jeff Buckley che sembra riecheggiare tra le note della chitarra e della sua voce fortemente emotiva e attoriale. Non solo un cantante o un interprete o un autore, ma un artista che fa di un lavoro in musica tecnicamente e compositivamente interessante, una vera e propria opera d’arte.
È una musica profondamente viscerale quella di Guido Maria Grillo che intreccia il dialetto napoletano con l’italiano, le sonorità più mediterranee con quelle dell’elettronica più contemporanea. Testi che parlano di vita, di sofferenza ma anche e soprattutto di coraggio come in A Chi Tene o’ Core dove ci esorta a vivere la vita fino a fondo perché “a chi ha cuore la morte non fa paura” (traduzione dal napoletano).
L’EP è composto da cinque brani e scorre piacevolmente nelle orecchie, ci riporta con naturalezza e generosità a noi stessi lasciandoci un senso di malinconia dolce mista a consapevolezza. Naturalezza perché è un disco che non bisogna sforzarsi di ascoltare o comprendere, la musica parla e, pur essendo il dialetto napoletano non comprensibile a tutti, i testi si chiariscono nel loro significato anche attraverso le parti cantate in italiano ed ogni pezzo del puzzle si ricongiunge senza fatica. Come tutti gli artisti che sanno fare il proprio mestiere, Guido Maria Grillo non si nasconde e comunica. La generosità è l’altra faccia della medaglia rispetto a questo, perché solo chi è generoso nell’anima riesce a dare senza filtro e quindi, emozionare, vibrare e far vibrare. In fondo l’arte, in tutte le sue manifestazioni, non è altro che comunicazione e condivisione.
Musicalmente parlando il lavoro è impeccabile, curato e semplice, pochi suoni ma giusti, niente orpelli inutili, sicuramente nessuno sfarzo fine a se stesso. Sonorità classiche e tipiche della canzone napoletana si mescolano ad ambienti contemporanei e moderni, il tutto miscelato con grande maestria e soprattutto buon gusto.
L’artista parla di sé ma si mette da parte e mette in pratica il principio profondo che riecheggia nell’ultimo brano Tramonto: “che se vivi all’ombra non ti troverà nessuno ma in quell’immensità di luce sei un punto solo”.
Foto di Jacopo Emiliani
01. A chi tene o’ core
02. Senza pietà
03. ‘Sta voce
04. Marzo
05. Tramonto