Riaffiora
È un racconto della marginalità questo ep dei padovani Riaffiora, che per la cura di questo progetto ambizioso e multimediale meriterebbero sicuramente di uscire dai “margini” dell’underground.
Tra musica, video, racconto e illustrazioni, la band esplora il labile limite che apre le porte al dolore, alla follia, allo strappo dell’addio alla vita, e l’indefinito spazio tra la realtà e l’alienazione, tra la realtà esteriore e la percezione interiore di questa.
Il protagonista del concept, Antonio P., vive in un limbo, nella degradazione e nell’isolamento della non-vita a cui si è costretti in manicomio e da cui scappare nel torpore onirico di una pastiglia rosa o con tentativi di fuga rimuginati.
Il racconto collettivo che amplia il booklet dell’ep, in uno stile volutamente convulso che segue e vomita il flusso del pensiero, affonda nel passato di Antonio: esso ingarbuglia così i fili di una solitudine che si ammala della stanchezza di sogni di gloria sfiancati e si ciba di ossessioni, specchiandosi rabbiosamente con un altro sé «riuscito col buco» e non riuscendo più a distinguere ricordi e desideri, violenze immaginate o perpetrate, disperazione e sangue, mondi confusi che si agitano nel proprio io ed azioni. Le illustrazioni di Igor Verdozzi invece disegnano in bianco e nero larve di sofferenza, voli impossibili, urla “cristiche” contro un mondo capovolto, delitti, doppi e demoni di un io in preda alla confusione.
La musica dell’ep scandisce in un ritmo perentorio la “solennità” di un’agonia interiore e allucinata, tra irruzioni o brividi di chitarre gonfie di un pathos immobile e un pianoforte lieve come la melodia straniante del cantato in Antonio P. e voce dolcemente malinconica in Vera storia di due amanti infelici. Quest’ultima canzone, che riporta il titolo dell’edizione non autorizzata delle Ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo a cui si ispira, è una preziosa ballata in bilico tra rock, cantautorato e classicità, che percorre la strada di un crescendo di drammaticità, in un lirismo ad un tempo sereno e tragico. Il tema strumentale Sospesi è invece una sinfonia fredda di un inverno dell’anima, per piano e violino, e sarebbe la colonna sonora ideale di un film d’autore.
Il video di animazione di Antonio P., infine, diretto da Cristian Guerreschi, segue a sua volta il volo visionario della cameretta del protagonista, il quale perde poi la gravità insieme a tutti i suoi oggetti, dai libri alla chitarra.
Per il progetto complessivo e le sue singole parti, lode al merito.
01.Sospesi (Il tema di Antonio)
02.Vera storia di due amanti infelici
03.Antonio P.
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Antonio P. (Il video)
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Antonio P. Il racconto:
L’orinatoio (Matteo Marenduzzo)
Evasione (Francesco Cerchiaro)
Anna (Mario Pigozzo Favero)
1996-2009 (Matteo Marenduzzo)
La mattanza (Alessio Montagna)
Il profilo psicologico (Andrea Bizzotto)
Ad un’ora qualsiasi di un giorno qualsiasi (Onesto Langré)
Andrea D’Amato: voce, basso Matteo Marenduzzo: chitarre Paolo Trolese: batteria Alessio Montagna: pianoforte, progetto grafico Angelo Maria Santini: violoncello in 2 e 3 Francesco Faldani: violini in 1 Igor Verdozzi: tavole illustrate Cristian Guerreschi: regia e animazione del video