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Tommaso Vivaldi

Apocalypse

Apocalypse è un doppio CD strumentale in cui protagonista è il sax: si muove come un personaggio corale all’interno di una storia ben precisa, un’opera divisa in due parti ed esplicitata da un libretto che racconta la trama, proprio come vuole la tradizione ‘dell’altro Vivaldi’, che secoli fa poneva dei sonetti esplicativi davanti alle sue quattro stagioni. Tutt’altra storia qui: distopia atemporale in cui l’uomo è colui che distrugge il proprio pianeta per seguire il dio Denaro. La cupidigia crea le macchine che distruggono pian piano tutto ciò che abbiamo di più caro: Earth Song (vedi il video), cover da Michael Jackson, rappresenta un fiore nell’Inferno dell’apocalisse.

Il primo lato è infatti anche quello più duro, ossessivo in alcune parti, volutamente brutto a tratti come brutta può essere On the Run dei Pink Floyd, tant’è che non riuscirò mai a togliermi dalla mente il riff di Living to Work, brano che sfiora la disco-techno, espressione semiotica chapliniana della vita dell’uomo improntata sulla fatturazione, sull’utilitarismo inutile. Con Apocalypse finisce proprio la prima facciata; la seconda è rivolta a una speranzosa ricerca di un mondo alternativo. Nel solco delle cose belle abbandonate sulla Terra comincia il viaggio verso un mondo nuovo: ne sono testimonianza brani come Tribute to the Great Minds of History (omaggio ad alcuni compositori come Morricone tramite il montaggio di alcuni fraseggi) e l’ultimo pezzo nella trama Back to the Origins, chiare esplicitazioni di una ricerca degli aspetti più genuini della propria esistenza. Ma anche Fly to a New Planet presenta una sorta di rimescolamento delle melodie principali finora ascoltate, o semplicemente un’estrapolazione di ciò che di positivo c’era in precedenza.

Il brano più originale però è Alien Alliance (vedi il video), non per niente riproposta anche in chiusura in forma acustica. L’alleanza aliena che gli umani sopravvissuti devono instaurare con la popolazione del nuovo pianeta è esplicitata sì nel libretto, ma è abilmente rappresentata nelle acciaccature che si sentono all’inizio dei fraseggi: testimoniano il tentativo difficile ma volenteroso e umile di trovare un accordo, un tentativo di riuscire a comunicare nonostante all’inizio quasi si balbetti. Un’operazione quindi decisamente fuori dalle linee principali della commerciabilità, sabiana per quanto antinovecentesca o anti-nuovo millennio. Ma se l’operazione ambiziosa è in gran parte soddisfacente, rimane un rammarico fondamentale: non aver osato abbastanza. Sembra un paradosso ascoltando l’album, e l’impianto costruito per il concept, l’arrangiamento, l’effettistica e tutto il lavoro di originalità sulla timbrica sono straordinari. Ma si doveva osare di più nella composizione del pezzo in sé, non nella costruzione posteriore. In tale ottica, nel mare di composizioni originali, la cover Earth Song spicca per un’origine già di per sé efficace, su cui si montano gli straordinari lavori di arrangiamento, di giochi timbrici e un assolo che si staglia come un coltello nel fianco di una natura ormai colpita dall’insensibilità dell’uomo.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Tommaso Vivaldi
  • Anno: 2018
  • Durata: 44:36 + 36
  • Etichetta: Vivaldi Production

Elenco delle tracce

CD1
01. Once upon a time
02. Money obsession
03. Fading sun
04. Code VS human
05. Robot’s dance
06. Earth song
07. Living to work
08. Point of no return
09. Apocalypse 

CD2
01. End of days
02. Escape from the earth
03. Tribute to the great minds of history
04. Fly to a new planet
05. Alien alliance
06. A new world
07. Back to the origins
08. Alien alliance (duet)

Brani migliori

  1. Earth song
  2. Alien alliance