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Francesco Baccini e Alter Echo String Quartet

Archi e Frecce

A sei anni di distanza dall’ultimo progetto discografico registrato in coppia con Sergio Caputo con il nome di The Swing Brothers, Francesco Baccini torna finalmente sul mercato con un nuovo disco, Archi e Frecce, a cui ha partecipato l’Alter Echo String Quartet, quartetto d’archi genovese tutto al femminile. In realtà Baccini non si è mai allontanato dalla scena musicale italiana e il suo pubblico ben lo sa, anche se il suo ultimo album come solista in studio risale effettivamente al lontano 2010. Nel frattempo, il nostro si è dato comunque ben da fare, portando in scena uno splendido spettacolo incentrato sulla figura di Luigi Tenco che ha debuttato a Genova nel 2011 (qui la nostra recensione http://www.lisolachenoncera.it/rivista/concerti/2011-1/ ) e pubblicando una manciata di singoli, oltre a calcare i palchi di tutt’Italia sia con il suo accattivante show da solo al pianoforte che in concerto con la sua band, o ancora in coppia proprio con Caputo.

Registrato presso i Digital Lake Studios di Verbania (di Alberto e Alessandro Gallo) per l’etichetta Incipit Records e con la produzione di Egea Music, “Archi e Frecce” è un disco corposo e intenso. Corposo, perché è composto da ben 16 tracce tra cui due canzoni inedite, due brani che aprono e chiudono il disco come una vera e propria opera sinfonica a cui si aggiungono undici brani tratti dal repertorio del cantautore genovese (tra cui alcuni titoli per nulla scontati) riarrangiati per archi e pianoforte, a cui si aggiunge anche un prezioso omaggio all’amico-mito di sempre, Fabrizio De André. L’altro aggettivo che avevamo usato per descrivere l’album era “intenso”… già, perché diciamo pure che un disco da assaporare brano dopo brano, che ci riconsegna un Baccini in splendida forma artistica. La presenza delle Alter Echo, ovvero Marta Taddei, primo violino, Noemi Kamaras, violino, Roberta Ardito, viola, e Rachele Rebaudengo, violoncello, nella loro formazione classica da camera e del chitarrista Michele Cusato che ha curato gli arrangiamenti dell’album, rappresentano la vera originalità di questo lavoro che all’ascolto suona elegante ma essenziale, acustico pur essendo assolutamente contemporaneo.

 

Detto del “vestito” musicale con cui Baccini ha deciso di riproporre i suoi brani, quello che non manca di certo è il suo tocco al pianoforte. Non fa infatti dimenticato che Francesco ha studiato al Conservatorio di Genova durante gli anni del liceo (così narrano le biografie ufficiali…), ed è proprio a questo suo primo amore musicale che ora si ricongiunge fondendo con genialità e sottile ironia due generi apparentemente molto distanti tra loro ma che in realtà gli appartengono, così com’è nella sua indole di sperimentatore libero dai condizionamenti delle mode. Mentre altri suoi colleghi si avvalgono dell’orchestra per accompagnare e dare più spessore ai propri successi, Baccini al contrario li spoglia di tutto il superfluo (persino della sezione ritmica) e lascia scorrere solo gli archi, oltre alla voce, che arrivano spesso a sostenere la stessa struttura melodica dei brani. Ecco, scorrere è proprio il termine che ci interessa sottolineare. Del resto Baccini è un ‘animale acquatico’ (ci perdoni la definizione): le sue canzoni sanno di sale ma anche d’acqua dolce, sono a volte brumose come il lago la mattina presto (magari quello di Lecco, dove da molti anni ormai si è trasferito), altre dure come corde tese battute dalle onde nel porto, altre ancora travolgenti come cascate di montagna.

Così, dedicandoci all’ascolto attento di questo disco passiamo da atmosfere delicate ed introspettive di brani come Ti amo e non lo sai, Navigante di te, piuttosto che Shrek Alleluia o Magnetico, ad altre che sono manifesto dell’ironia del cantautore che sfocia spesso in un più sottile sarcasmo. Parliamo di brani evergreen come Fotomodelle o Le donne di Modena, ad esempio, rivestite qui di un nuovo abito e colori sempre accattivanti e vivaci, o la meno nota Berenice, tratta dal repertorio bacciniano della prima ora. In un album di ottima fattura diciamo che abbiamo individuato anche qualche punta di diamante: su tutte brilla In fuga, che con l’intervento degli archi diventa se possibile ancora più struggente e nel contempo cruda, perché è comunque sempre la voce di Baccini a guidare l’ascoltatore in modo diretto, disincantato, sia quando narra storie reali che quando si tratta invece di favole. Un altro dei brani più interessanti di questo disco è Mani di forbice, dove il celebre brano ispirato al personaggio di Tim Burton si arricchisce qui di nuove tinte, più cupe forse ma assolutamente affascinanti, con il violoncello che accompagna la voce di Baccini nella strofa finale donandole ancor più profondità (e, fra parentesi, chi ha seguito la serie burtoniana ispirata a Mercoledì Addams non può che ritornare mentalmente alla scena del famoso assolo).

 

Dicevamo poi della voce, appunto. La voce di Baccini è ovviamente matura, ma sempre piena e ricca di sfumature, quasi non conoscesse età. Più intensa naturalmente rispetto alle prime versioni dei brani, in questo disco suona più accurata di quanto non lo fosse negli ultimi dischi (omaggio a Tenco a parte), o almeno così ci pare dopo i primi ascolti, specie ascoltando Ottocento, brano di Faber che riesce a far suo regalando una versione davvero personale.

Riguardo ai due inediti, ci viene immediatamente in mente di sottolineare l’atmosfera quasi felliniana che li caratterizza. Sia L’equilibrista - secondo singolo tratto dall’album che ne ha anticipato l’uscita di pochi giorni -  che Il signore della notte, hanno testi scritti in prima persona e rivelano evidenti richiami all’attività dell’artista e alla veridicità di quella parte della sua vita che, negli anni con la complicità del web, Baccini ha raccontato di sé in maniera ironica e a volte quasi giocosa. I numerosi “omini” delle chat notturne con il suo fanclub ai tempi della sua più intensa produzione discografica e live, capitanati da Superbacc, fanno capolino anche in questi nuovi brani svelando altri frammenti del suo essere sempre controtendenza, sempre sul filo, sempre in bilico appunto tra realtà e paradosso, tra beffa ed avventure tragicomiche vissute dai suoi personaggi (che spesso gli somigliano proprio) cantati da oltre trent’anni.
“Toglimi quella rete/ tanto non casco/ sono l’equilibrista” azzarda l’artista del circo della vita, ed è proprio questo suo mestiere, questo talento nel reinventarsi, questa sua dimestichezza con il rischio di mettersi a nudo (non a caso) che fanno di Francesco Baccini uno dei cantautori più eclettici e tutt’ora più capaci del panorama italiano.



L’album è uscito il 28 aprile, anticipato dal suggestivo video di Navigante di te girato a Camogli in inverno (video al link: https://youtu.be/7Hb08yCkKZA ) e dall’inedito L’equilibrista, scritto con Paolo Pilo (il cui video in uscita a maggio è stato girato al circo di Paride Orfei), è parte del progetto che vedrà Francesco Baccini in concerto nei prossimi mesi affiancato dalle Alter Echo, (che ricordiamo hanno esordito sui prestigiosi palchi del tour Opera seconda dei Pooh nel 2013 ed hanno collaborato negli anni con importanti artisti del calibro di Massimo Ranieri, PFM, Bocelli, Mario Biondi, Sting e molti altri), da Michele Cusato alla chitarra (che ha curato la produzione artistica dell’album insieme allo stesso Baccini) e dal suo sassofonista storico Luca Volontè, a partire dal prestigioso palco milanese del BlueNote il prossimo 16 maggio.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Francesco Baccini con Michele Cusato
  • Anno: 2023
  • Etichetta: Incipit Records/Egea Music

Elenco delle tracce

01. Intro
02. Navigante di te
03. L’equilibrista
04. Il signore della notte
05. Senza gravità
06. Berenice
07. Una notte di neve
08. Genova blues
09. In fuga
10. Fotomodelle
11. Magnetico
12. Mani di forbice
13. Ho voglia di innamorarmi
14. Ottocento
15. Ti amo e non lo sai
16. Le donne di Modena
17. Shrek Alleluia
18. Sotto questo sole
19. Outro

Brani migliori

  1. L'equilibrista
  2. In fuga
  3. Ottocento

Musicisti

Francesco Baccini, pianoforte e voce
Alter Echo String Quartet, archi
Michele Cusato, chitarre
Arrangiamenti:
Michele Cusato