Stefano Giaccone
Stefano Giaccone e la memoria, ovvero Stefano Giaccone è la memoria.
Dentro l’esperienza artistica di Stefano Giaccone passano mille vite, dai festival popolari a quel formidabile laboratorio espressivo rappresentato dai Franti e fino al felicissimo riposizionamento nella canzone più marcatamente autoriale. Questa ennesima prova discografica a detta dello stesso Giaccone dovrebbe essere una sorta di linea tirata sui passi e sul tempo, un epilogo di un lunghissimo cammino. Nelle intenzioni originali questo disco è stato infatti immaginato come l’ultimo. Dopo questo Stefano ha dichiarato di non volersi più misurare con altre esperienze discografiche ma questo, speriamo, non gli impedirà certo di suonare ancora in giro e, a dirla tutta, resta tra quelli che lo seguono da tempo, la speranza che in un futuro prossimo altre canzoni possano aggiungersi al repertorio dell’artista che, per comodità, definiamo torinese. A rafforzare la voglia di non veder terminato questo percorso è proprio l’ascolto delle tracce proposte che, con la stessa forza di altri lavori e su tutti lo splendido Tras os Montes, regalano intensi racconti e immagini sonore potenti.
Undici canzoni che affrontano ancora il tema della memoria e dell’assenza ma anche l’emozione condivisa e quella certezza di averci ancora la forza d’esserci e di giocarsela in nome di quello che siamo e in nome di quello che i nostri figli porteranno addosso di noi. Un disco difficile, che scatta come una maledetta trappola emotiva sulla gola di una generazione complessa e in bilico, su un maledetto passo portato da Stefano e dalla razza sua per questi decenni che sembrano passati in un’ora. Un andare che fa avvicinare i protagonisti e i compartecipi e gli spettatori dei racconti di Giaccone verso una fatica che non è ragione della distanza coperta ma piuttosto del tempo. Non ci sono canzoni migliori, c’è da mettersi comodi e lasciare andare queste sassate secche contro la lamiera che molti hanno piazzato a difesa dell’esperienza e della memoria. Un disco scomodo oltre che difficile, perché se, come dichiarato, è l’ultimo, per quelli che sono saltati da un treno all’altro per tutta la vita non esiste la possibilità di un capolinea mai. Ci crediamo sul serio.
01. Late Ripeness
02. Non Tornerò
03. Ricordi Di Periferia
04. La Tua Storia
05. Il Giardino Dell’Ossigeno
06. Il Libro Nero
07. Andata Per Davvero
08. É Adesso (When I’m Gone)
09. Quante Belle Canzoni
10. Tempo Inutile
11. La Stanza Vecchia
Stefano Giaccone: voce, chitarre acustiche - Gianluca Della Torca: basso, chitarre elettriche, synth e programmazione elettronica - Fra Diavolo: chitarra elettrica - Mario Congiu: chitarre acustiche e mandolini - Jacopo Della Torca: chitarre elettriche - Talee Giaccone: batteria - Dante Giaccone: voce