Kalweit And The Spokes
Quando si creano atmosfere, in un certo senso, decadenti, quando si incrociano più o meno in modo ravvicinato le esperienze di artisti quali Nick Cave, Television, certi Joy Division, quando, superato il blues classico e le asprezze del post-punk, si viaggia su coordinate che possono condurre ad una certa visionarietà dal sapore vagamente psichedelico, significa che l’artista ha, per lo meno, due caratteristiche fondamentali: strumentazione ed arrangiamenti ridotti all’osso, privi di orpelli, lontani da qualunque tipo di manierismo, essenziali...
E, soprattutto, una voce che sappia raccontare, sussurrare quando è il caso, esprimere dolore, tensione, una voce calda ma nel contempo aspra, quando le immagini evocate lo richiedono.
Georgeanne Kalweit ha, in questo progetto Kalweit And The Spokes, tutte queste peculiarità e le dispiega nelle tredici tracce di questo lavoro, Around The Edges, in cui è affiancata da Giovanni Calella alle chitarre e da Leziero Rescigno alla batteria ed all’organo.
Si passa dalle atmosfere acide di Curtains a quelle più post-punk di The last sign, Lulled, e di Ice man, che già però gode di una maggiore armonia, riconducibile a certe cose degli Stranglers.
Si parlava, tra le altre, di brani che traggono ispirazione anche dal blues, più nelle atmosfere che non nel reale svolgimento dei brani: ballads dolenti quali All the gods, Around the edges e la ruvida The whore ne sono l’esempio, brani più melodici ma che nel contempo scavano nell’interiore, facendo uscire l’anima più profonda.
Con Guns are back si torna ai suoni secchi, virando verso atmosfere care ai primi Pretenders, e si prosegue in questo viaggio con Split us in two e con un’altra storia, quella New York movie così descrittiva e pittorica che ben si affianca alla più minimalista Clara Bow.
Saper raccontare storie, storie avvincenti, che catturano, è certamente un dono; la tecnica al servizio dell’ispirazione è fondamentale per riuscire ad esprimere e comunicare al meglio ciò che, nell’intimo, è più che chiaro. Quando poi si riescono a mescolare con il giusto equilibrio realismo e fantasia, il gioco è fatto.
01. Curtains
02. The last sign
03. Lulled
04. Ice man
05. All the gods
06. Around the edges
07. The whore
08. Guns are back
09. Split us in two
10. New York movie
11. Clara bow
12. Steep in sleep
13. Curtains Part 2
Georgeanne Kalweit: vocals Giovanni Calella: guitar, harmonica Leziero Rescigno: drums, organ Stefano Cabrera: cello Raffaele Rebaudengo: viola Roberto Izzo: violin Francesca Rapetti: flute