Ligabue
Piaccia o meno Luciano Ligabue, nel corso di venti anni di carriera, ha creato un canone. Il suo. Un modo proprio di impostare il legame tra musica e testo, tra sfondo e figura principale, tra evidenza e sottinteso. Un modo messo in piedi nel primo lustro di percorso con diversi colpi azzeccati, ma che oggi lo imprigiona in una sorta di gabbia dorata, fatta di sufficienza espressiva e stucchevole ripetizione del medesimo schema ritmico-melodico.
“Arrivederci mostro!” – nono album in studio a cinque anni di distanza da “Nome e cognome” - si allinea ai lavori precedenti, malgrado la produzione artistica affidata a Corrado Rustici e una band quasi completamente rinnovata. Ligabue continua il processo di americanizzazione degli arrangiamenti ostruendo il flusso musicale con un eccessivo uso delle chitarre, e affida gran parte della riuscita dei brani alla forza di gravità dei ritornelli: appiccicosi come una chewing-gum pestato per sbaglio (Quando canterai la tua canzone), buoni per far saltare la folla sotto il palco (Nel tempo) o per un passaggio radiofonico in più (Un colpo all’anima), ma decisamente lontani da una reale incisività.
Mentre è proprio quando s’abbassano i volumi - e di conseguenza le tematiche proposte assumono un respiro di maggiore comunicabilità - che si rintraccia la parte mezza piena del bicchiere. Un paio di ballate piacevoli (Ci sei sempre stata, Il peso della valigia), un raro atto d’accusa verso l’ambiente musicale (Caro il mio Francesco, Guccini per inciso), il riuscito innesto degli d’archi in una prova cantautorale di spessore (Quando mi vieni a prendere, ispirata dai tragici fatti di Dendermonde) ci restituisce il Ligabue del passato, quello che milioni di fan hanno imparato a rispettare e apprezzare, proprio perché portatore sano di quel valore ormai prossimo all’utopia: l’autenticità.
01. Quando canterai la tua canzone
02. La linea sottile
03. Nel tempo
04. Ci sei sempre stata
05. La verità è una scelta
06. Caro il mio Francesco
07. Atto di fede
09. Il peso della valigia
10. Taca banda
11. Quando mi vieni a prendere? (Dendermonde 23/01/09)
12. Il meglio deve ancora venire
Michael Urbano: batteria Kaveh Rastegar: basso Fede Poggipollini: chitarre Niccolò Bossini: chitarre Luciano Luisi: tastiere Ospiti: Solis Strings Quartet in "Quando mi vieni a prendere", José Fiorilli alle tastiere e Lenny Ligabue alla batteria in "Taca banda".