Luigi Mariano
Asincrono. Fuori tempo. Fuori dallo scorrere lineare delle battute e delle pause. E al di là della metafora musicale: non sincronizzato con il tempo reale, quello della vita.
Il titolo dell’album di Luigi Mariano racchiude in una sola parola molte sfumature, tra le tante una sensazione predominante: un’inadeguatezza per il reale e per la società che ci ruota attorno.
Bisogno di distaccarsi o semplice presa di consapevolezza di uno stato d’animo?
Diciamolo fin dall’inizio, è un buon disco quest’opera prima del cantautore romano-salentino (salentino di nascita, romano d’adozione). È un buon disco, con divertenti spunti ironici, dolcezza non banale e intelligente capacità critica.
Se però molto apprezzabile è l’intento di alcune canzoni più di “denuncia”, come Il negazionista e Rai libera, soprattutto in quest’ultima troppo retoriche risultano essere le parole con le quali questa denuncia prende forma, senza una ricerca reale di novità che da un cantautore forse ci si aspetta qualcosa in più.
Convincono invece molto di più i brani “intimi”, da Questo tempo che ho a Edoardo a Cos’avrebbe detto Giorgio. Giorgio Gaber, appunto, sembra essere uno dei punti di riferimento musicale di Mariano. Nel modo di scrivere, di cantare, di fare spesso di canzoni testi più volutamente teatrali. Apprezzabile in alcuni brani la somiglianza anche vocale, sicuramente non cercata, in altri sfocia troppo in “caricatura” e trattandosi di uno dei nostri Grandi, Gaber, il confronto purtroppo non regge.
Questo tempo che ho, chitarra acustica, armonica a bocca ed un bel testo, è una malinconica ballata dal respiro internazionale. Edoardo, lettera malinconica ad un padre, anche grazie ad un uso sapiente del pianoforte ha quella giusta carica emotiva che la rende una delle migliori dell’album. Cos’avrebbe detto Giorgio, è una domanda che molti di noi, che vivono di musica, si sono fatti e rifatti, non solo per Gaber ma anche per De Andrè, Rino Gaetano e per tutti in Grandi che c’hanno lasciato prima del tempo, “Cosa avrebbero detto, scritto, raccontato, i nostri migliori cantautori di questi tempi così malati?”, domanda alla quale non avremo purtroppo mai una risposta.
Asincrono, il brano che dà il titolo all’album, è un brano divertente e intelligente, che disegna bene la vita quotidiana, di una coppia come tante, con originalità e semplicità. Buoni al primo ascolto sono Solo su un’isola deserta e Il singhiozzo, che di quella voglia di “assomigliare” a Gaber risultano essere un riuscito esempio, addirittura ottimo nel secondo brano. Meno incisivi purtroppo gli altri brani dell’album.
Nonostante qualcosa non convinca fino in fondo (qualche banalità di troppo nei testi, qualche lontano eco gaberiano forzatamente ricercato) è bene ripeterlo: questo Asincrono è un buon primo disco. C’è molto di quello che si vorrebbe trovare in un lavoro musicale di valore: varietà di suoni, varietà di temi, un filo unico a legare tutti i brani, uno stile ben definito e riconoscibile, un po’ di sana ironia e moltissime collaborazioni “eccellenti”, su tutte quella con Piji Siciliani nel brano di apertura.
Un bel modo di cominciare per Luigi Mariano, ora c’è solo da continuare lungo la stessa strada.
01. Il giorno no
02. Il negazionista
03. Questo tempo che ho
04. Solo su un’isola deserta
05. Il singhiozzo
06. Rai libera
07. Edoardo
08. Asincrono
09. Non ti chiamerò
10. Il solito giro di blues
11. Cos’avrebbe detto Giorgio
12. Canzone di rottura
13. Intimità
Alberto Lombardi: tutte le chitarre, tastiera e programmazioni, basso elettrico, percussioni, cori. Marco Rovinelli: batteria Pier Paolo Ranieri: basso elettrico Gianni Donvito: basso elettrico Michele Amadori: pianoforte, rhodes Carmine Fanigliulo: viola Piji: seconda voce ne “Il giorno no”, cori Francesco Spaggiari: seconda voce in “Il negazionista”, cori Marilena Catapano: seconda voce e cori in “Questo tempo che ho” e “Intimità” Gabriele Ortenzi Areamag: seconda voce in “Solo su un’isola deserta”, cori Chiara Morucci: seconda voce in “Asincrono”, cori Daniele Sarno: seconda voce in “Il solito giro di blues” Nicco Verrienti: seconda voce in “Canzone di rottura” Giulia Led: voce in “Canzone di rottura”