Gio Gentile
Ci sono miti che sembrano davvero inossidabili, resistono nel tempo e a distanza di millenni sono ancora capaci di affascinare: uno tra quelli che risultano più interessanti, soprattutto per gli artisti e i musicisti in particolare, è quello di Atlantide, il celeberrimo e misterioso continente perduto, sul quale si favoleggia ormai da secoli.
Ed Atlantide è appunto il titolo dell’album realizzato da Gio Gentile, chitarrista nato a Procida, e dunque particolarmente sensibile al rapporto fra terra e mare, patrimonio quasi genetico di chi ha origini isolane.
Attraverso la propria sensibilità, raccogliendo le sensazioni tratte dalla propria terra e filtrando insieme le emozioni derivate, probabilmente, dalle letture sull’argomento, il chitarrista campano ha realizzato un lavoro chiaramente “guitar-oriented”, una sorta di concept album strumentale che, in parte, strizza l’occhio alla fusion, ma non disdegna una certa prossimità con alcuni lavori di prog-metal più melodici, ricchi di armonie, meno “tirati” ed estremi.
Ne viene fuori un album certamente solare, arioso, Anime e Mike day 2, godibile ed abbastanza easy nelle melodie, con qualche passaggio più aggressivo (Guardiano di nuvole), che richiama certe atmosfere care alla prima Elektric Band di Chick Corea.
Tecnicamente dotato, il chitarrista non fa mistero dei propri punti di riferimento, tra cui si possono “intuire” Frank Gambale e, probabilmente, Steve Vai, per lo meno nei passaggi più complessi; gli va sicuramente riconosciuto il fatto di non eccedere mai in particolari “barocchismi”, rischio altissimo in album di questo genere.
Ad un’analisi più approfondita, l’unico limite di questo lavoro è forse quello di non aver “sfruttato” - in senso buono ovviamente - al massimo gli eccellenti musicisti che lo accompagnano, che danno la sensazione di avere potenzialità ancora superiori rispetto a quanto di buono già esprimono nelle dieci tracce dell’album.
Solo a tratti, infatti, ad esempio in Utospace: si percepisce davvero una vera e propria coralità, si sente la coesione di una vera band che suona più coesa e compatta. Questo perché, specie in un genere musicale come questo, che “pesca” un po’ in differenti direzioni, la chitarra solista ha bisogno, per non risultare troppo ripetitiva, di avere continui botta e risposta con gli altri strumenti, e di poter contare su di una sezione ritmica che, oltre alle sue peculiarità più tradizionali, contribuisca in modo più fattivo alla costruzione del brano.
Queste caratteristiche si percepiscono, come detto, solo a sprazzi: Nettuno, ad esempio, è un brano che si muove in questa direzione, un brano in cui, come nel precedente, i singoli strumenti danno il meglio di sé.
Come punto di partenza, comunque, un lavoro eccellente.
01. Atlantide
02. Anime
03. Mike day 2
04. Guardiano di nuvole
05. Leukos
06. Utospace
07. Nettuno
08. Thira
09. Mediterraneo
10. Vivara
Gio Gentile: guitars, slide Gianluca Grasso: keyboards Joe Amoruso: keyboards Giuseppe Timbro: bass Davide Luciano: bass Marco Pietrantonio: drums Sisto Masone: drums Alfonso Coviello: percussions Francesco Pastore: percussions Davide Luciano: vocals Luca Aquino: trumpet