SikitikiS
«Citazionisti fino al feticismo»
diceva il sottoscritto in altra sede dei SikitikiS
e del loro esordio “Fuga dal deserto del Tiki” che mischiava Morricone e il
garage, i Beach Boys e Umberto Lenzi, Mina e il funky, il tutto condito da una
buona capacità di sciorinare melodie contagianti ed energetiche. Ma per il loro
secondo lavoro, prodotto ancora una volta da Casasonica, i cinque sardi
sembrano aver tirato un po’ i remi in barca e se non siamo davanti ad un disco
propriamente omogeneo certo è che qualche cosa in B è cambiato.
L’ombra lunga dei mentori
Subsonica qui si fa più evidente ed oscura un po’ l’estro della banda, tanto
che a volte purtroppo si arriva fino al limite del calco (la ballata Piove deserto, soprattutto L’ultima mano). I SikitikiS, a
differenza della band torinese, amano l’elettronica più d’annata e sonorità più
telluriche (non usano chitarre: solo basso, batteria, synth e voce) ma la
sostanza, una volta nella voce del cantante Diablo, un’altra nel drumming
dinamico e danzereccio, è quella.
Peccato, perché qualche scampolo
di volontà crossover rimane ancora (cicalecci di percussioni qua e là, sortite
dark-eteree come nel duetto con Robertina
di Onde concentriche) e non a
caso frutta le cose migliori. Su tutte la rilettura della Storia d’amore di Celentano, resa guascona al punto giusto ed ibridizzata
come se fosse una cosa a metà tra la canzone conclusiva di un ipotetico remake
di “Milano odia: la polizia non può sparare” e il preambolo ad una sortita
latin-funk su una spiaggia che fra poco conoscerà il sangue – a questo
proposito si guardi anche la grafica del disco: puro noir a tinte ematiche.
Del tutto da dimenticare invece
la didascalia industrial-tribale di Le
grand diable (ispirata ad un personaggio di “Manituana” dei Wu Ming): titolo
e sottotitolo del disco si riferiscono a tutti coloro che stanno dietro, in
seconda fila, e sono pronti a scattare; aspettiamo dai SikitikiS un prossimo,
nuovo scatto di reni.
01. Il mondo è una giungla
02. Little Lu
03. Rosso sangue
04. Piove deserto
05. L’ultima mano
06. Al primo colpo
07. Storia d’amore
08. Perdere rivincite
09. Mi avveleni il cuore
10. Onde concentriche
11. Le grand diable
Diablo: voci e
cori
Reverendo Jimi:
bassi puliti e distorti
Zico: hammond
A100, Fender Rhodes, Korg MS10, AccTone, Farfisa Matador
Regiz: batteria
Nico Pedroni:
percussioni acustiche ed elettroniche
Paolo Parpaglione:
sax baritono in 4# e 6#
Ale Bavo: fender rhodes in 4#