Gironimi Redelnoir feat. Gianni Symbolo
Disco atipico questo concept album concepito da un nostalgico comunista italiano, che però non cade nel patetico ricordo o infruttuoso elogio di quel che fu un tempo il comunismo.
Davide Gironimi compie un'analisi spietata della realtà che viviamo oggi, senza fare sconti a televisione e conseguente società dello spettacolo.
Uno sguardo disincantato pervade i testi di questi tredici pezzi ben suonati, soprattutto dallo stesso Gironimi che si adopera in diversi e vari strumenti e che non sfocia mai nella rancorosa rivendicazione di qualcosa che non può più esistere, perché con la fine del Novecento è finito il secolo delle Rivoluzioni(?).
Questi anni Zero raccolgono ciò che il ventennio berlusconiano (che marcia verso il suo compimento) ha seminato con le sue televisioni di stato e con il fascismo estetico che già più di trent'anni fa Pier Paolo Pasolini dettagliatamente profetizzò. La televisione che cancella la memoria collettiva, che sostituisce i valori e i modelli comportamentali imponendo costantemente un consumismo che livella i bisogni. La televisione che infine omologa le coscienze, ottenebrandole. La mercificazione dei corpi operata dal potere ora ci passa sotto agli occhi quasi senza farci più indignare.
E allora ben vengano dischi come questo che riporta alla luce, snocciolandoli ben bene, nomi storici: "Lenin, Trozky, Stalin, Nikita Krusciov / Breznev contro Dubcek, evviva Gorbaciov / Gramsci e poi Togliatti, Longo e Berlinguer / Cossutta e Garavini, Bertinotti e Diliber(to) / Vladimir Luxuria, Vendola che noia!".
Un disco lineare, politico, intellettualmente onesto, prova del fatto che se si vuole esprimere un pensiero contro quello imperante, la musica è di certo il mezzo più congeniale. La parola violenta è proprio la parola cantata.
Nelle ballate di fine comunismo, come pure nelle frasi incompiute dei testi creati a tavolino nei programmi delle De Filippi (e sue epigoni). Le prime, più vere e viscerali, fanno forse più male. Ma le seconde, in realtà, sono quelle che fanno più danno. E basta guardarsi attorno per rendersene conto…
Cosa aspettiamo per cambiare questo Paese? La rivoluzione civile o forse un colpo di stato? La risposta ai posteri, intanto stuzzichiamoci la memoria con queste ballate che si conficcano dritte nello stomaco e forse rendono più indigesto del solito il nostro pane quotidiano.
"Questo lavoro è per tutti coloro che hanno scambiato la notte con il giorno" la frase che mi ha portato all'ascolto del cd e in un secondo tempo alla memoria storica.
01. Società dello spettacolo
02. L'odio
03. Tagliate i cavi
04. Basta figa
05. Poveri noi
06. Ballata di comunismo fine
07. E' crollato il comunismo in Italia
08. Peremen
09. Re del noir
10. Novelle Lunae tra Macerata Feltri e Lunano
11. Blanca fra Santena e Venaria Reale
12. Il canto dei cremati
13. Fuocorivoluzionario
Davide Gironimi: voce, fisarmonica, pianoforte, armonium, violino, chitarra Lavinia Mancini: voce in # 2, 5, 8, 9, 10 Fabio Ghelli: voce e chitarra in #7 Mattia Ringozi: voce e Do di petto in #6 Federico Bogazzi: voce narrante in #5 da un film di Dino Risi Alessandro Cucurnia: esraj in #2