Bar Noir
Al loro primo lavoro i romani Bar Noir badano al sodo, con due chitarre, basso e batteria. Ma non cercano l’effetto scarno da garage band, piuttosto strutturano bene il loro sound che risulta pieno e vigoroso. Guardano agli episodi più hard degli Afterhours e a tutte le band che, in Italia, hanno saputo proporre il cosiddetto alternative rock.
Le chitarre sono taglienti in Popper, un po’ meno i testi, critici e arrabbiati ma non pungenti. 4/4 passa via veloce con i suoi due minuti scarsi di sintetizzatori, caratterizzando l'andamento dell'album che alterna brani concisi a brani molto estesi. In Bisognerebbe aiutare Nina a capire citano Lou Reed di Perfect day, non tanto nel testo – amaro nel suo raccontare una storia di isolamento ed emarginazione della sua protagonista e davvero lontano dalla solarità di un possibile giorno perfetto – quanto nel finale che vira verso il noise con quelle distorsioni sonore che resero celebri i live dei Velvet Underground.
L’ironia cibernetica di Eurosonic, anch’essa molto breve, prepara ai due lunghi pezzi che seguono. Nuova ondata di bombardamenti pare una lenta cavalcata di impronta youngiana (impossibile non pensare a Cortez the killer) con le chitarre ad evocare suoni di esplosioni. (senza riviera) a Rimini narra, con i suoi otto minuti a chiudere il disco, di visioni mattutine, piazze desolate e reduci della notte.
Ma sono le linee vocali che caratterizzano quasi tutti gli episodi. Il cantato, lento, scandito e vicino al reading, appare scollato dalla melodia. Intendiamoci, molti sono gli illustri predecessori che già hanno utilizzato simili metodologie, ma nel caso dei Bar Noir, per quanto l'effetto sia voluto e cercato non sembra essere del tutto centrato.
http://www.myspace.com/mybarnoir
01. Popper
02. 4/4
03. Bisognerebbe aiutare Nina a capire
04. Eurosonic
05. Nuova ondata di bombardamenti
06. (senza riviera) a Rimini
Guido Cannizzaro: voce e chitarra, Jafferson Ferraro: chitarra Claudio Verona: basso Dario Brugnò: batteria