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Dario Muci

Barberìa e canti del salento (vol II)

Quando la redazione mi ha chiesto se fossi disponibile per recensire Barberia e canti del salento sapevo già che sarebbe stato un compito di difficile distillazione: non sono “del Tacco” – senza tono offensivo - ma  frequento il Salento da quasi trent’anni e forse ho fatto in tempo a conoscere l’anima di quella terra rossa, argillosa  prima che l’escalation turistica la contaminasse, prima che il turismo massificato “agostiano” la nascondesse agl’occhi dei più.

Il coinvolgimento personale sarebbe stato inevitabile…sono passati vari lustri da quando l’amico di Alezio, paese dell’entroterra leccese, ogni anno prima di tornare da Modena dove studiava, si lasciava crescere una lunga barba (quindi  molto prima che diventasse di gran moda) e affermava felice che sarebbe andato a casa a farsela fare alla barberia di Redondo in piazzetta; con fare sicuro ribadiva che non c’era niente di meglio nella vita: solo paesani, solo dialetto, “ barba e capiddrhi “ e sarebbe bastato per fare un salto fuori dal tempo, un ventre di vacca per un ancestrale abbandono.

Credo che Dario Muci, musicista/ricercatore e autore di Barberia e canti del salento, sia andato a cercare e a sviscerare questa sensazione che dentro le sale dei barbieri ha storicamente regnato in tutte le piccole comunità di paese, che non sono mai arrivate all’hairstylist, e che in Salento – e più in genere in tutta la Puglia - sino agli ‘50 coltivavano e continuavano anche un’antica tradizione musicale.

Il maestro di barbe era anche maestro di musica (principalmente strumenti a corda, per lo più mandolini, chitarre, violini) e nei ritagli della giornata lavorativa istruiva e al tempo stesso tramandava le ballate per le feste o le serenate per la propria amata così come i canti della terra: perché tutti prima o poi capitavano al salone da barba. Una memoria storico-musicale che miscelava le finezze della musica erudita con lo specchio della tradizione e dei costumi locali, il tutto al profumo di crema da barba.   

Così dopo l’uscita del disco Rutulì del 2013 , Dario Muci  ha pubblicato nel febbraio 2016 per Anima Mundi il secondo volume di canti tradizionali salentini e si è fatto accompagnare in questo viaggio da Antonio Casolaro, figlio di uno degli ultimi maestri di Barba e Musica, come  ambasciatore di questo genere musicale conosciuto come Barberìa. Si spazia tra le barcarole di compositori classici, i valzer, le mazurche e i canti popolari. Il repertorio dei brani proposti è veramente particolare nella sua unicità e Dario Muci  ha reinterpretato una sequenza unica di  brani raramente conosciuti o ascoltati, che l’autore ha scovato con dovizia e rispettato con grandissimo senso artistico

Il risultato in queste 10 tracce declina perfettamente lo spirito di una comunità, quella salentina, che ha mantenuto incontaminata buona parte della propria storia e la musica da barberìa diventa una chiave di apertura, di incontro e di contaminazione tra il repertorio classico, la musica popolare e la storia della propria terra . Il cofanetto è inoltre completato da un bellissimo documentario in dvd  (regista Mattia Soranzo) sulla storia della famiglia Casolaro e di come si sia sviluppato il progetto artistico di Dario Muci .

La sobrietà, la semplicità ed al tempo stesso la profondità culturale di tutta la produzione (sia il disco, sia il documentario che le serate di musica dal vivo) mostrano un mondo lontano dai clamori della ribalta, che ultimamente ha circoscritto la tradizione musicale salentina alla pizzica pizzica, e accompagna l’ascoltatore in quelle piazzette, in quei vicoli lastricati, fuori dal tempo, dove girato l’angolo puoi trovare quel soffio di vento fresco e quei due gradini all’ombra dove attendere il tuo turno per barba e capiddrhi.   

Foto di Daniele Corricciati

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: AnimaMundi e Dario Muci 
  • Anno: 2016
  • Etichetta: AnimaMundi

Elenco delle tracce

01.  La Carrozza
02.  Nu giurnu scei all’acqua alla fontana nova
03.  Valzer
04.  Ramu de fiori
05.  Barcarola di Offenbach 
06.  Lecce terra mia
07.  Oh rondinella
08.  Mazurca di Vincenzo Calsolaro
09.  Scire me ne vurrei de quista terra
10.  Barcorola di Mendelssohn 

 

 

Brani migliori

  1. Oh rondinella
  2. Scire me ne vurrei
  3. Ramu de fiori

Musicisti

Dario Muci: voce, ricerca sul campo, testi   -  Antonio Calsolaro: arrangiamenti, mandolino   -  Massimiliano De Marco: chitarra classica, voce  -  Giuseppe Caggiula: chitarra classica  -  Rocco Nigro: fisarmonica  -  Vito de Lorenzi: tamburo del Salento, percussioni, piatti e gran cassa