Ila & The Happy Trees
Spesso alla figura del cantautore viene “appioppata”, suo malgrado, una proverbiale aura di “tristezza”, perché il cantautore dev’essere, quasi per contratto, una persona riflessiva, malinconica, se possibile un po’ pessimista, e le storie che racconta sono per lo più dense di sofferenza, amarezza, insomma…
Fortunatamente di tanto in tanto capita di incrociare chi, non solo con le parole, ma anche con il proprio stile musicale, trasmette sentimenti e sensazioni del tutto differenti.
Ed è forse questa la prima impressione che si percepisce ascoltando le dodici tracce che compongono Believe it, terzo lavoro realizzato da Ila & The Happy Trees, cantautrice genovese (Scattina il suo cognome) trapiantata a Milano - e dintorni - , che esce dopo una serie di Ep e due album pubblicati fra il 2007 ed il 2011; un album di svolta, probabilmente, che raccoglie, analizza e seleziona tutte le esperienze musicali precedenti, che vanno dal rock al pop, dal funk al blues, passando per la world music e la musica acustica.
Siamo di fronte ad un lavoro arioso, a tratti liberatorio, con brevi passaggi più malinconici ma, per lunghi tratti, allegro, quasi spensierato, ricco di quella leggerezza che non sconfina mai nella superficialità o nell’approssimazione: se è vero che il tema intorno al quale ruota l’album è quello del voler “cambiare il mondo”, l’approccio a questa tematica non è affatto di quelli pesanti, ostici. Non si tratta di lanciare anatemi, né di perdersi nella ricerca di slogan, ma di raccontare, utilizzando diverse lingue e differenti stili musicali, il proprio modo di porsi di fronte alla vita, senza esagerare nell’offrire soluzioni ma limitandosi a proporre la propria visione delle cose, basandosi sui sentimenti personali e descrivendo episodi, situazioni o luoghi conosciuti.
Alternando la lingua italiana e quella inglese, ed inserendo anche il dialetto genovese, Ila compie il suo viaggio immaginario attraverso terre differenti, ne cattura lo spirito e lo traduce in canzoni delicate, a tratti confidenziali, ma ricche di voglia di raccontare, e di quell’urgenza espressiva che va in direzione davvero contraria rispetto al crearsi un microcosmo personale e poco accessibile.
È una voce calda quella di Ila, in certi passaggi suadente e delicata, in altri più squillante e brillante, ed i suoi Happy Trees riescono sempre ad interpretarne le variazioni offrendole non tanto una semplice “base”, quanto un vero e proprio tessuto, un ordito sul quale inserire i propri ricami. Anche qui, fortunatamente, si procede controcorrente: la musica non è scritta, né eseguita, per essere “al servizio” della voce, ma le due componenti si integrano creando una struttura complessa ed allo stesso tempo resa lineare da arrangiamenti essenziali, mai troppo “carichi” eppure capaci di dare corpo e linfa ai brani. In questo senso un plauso va evidenziato per il lavoro di ritmica che Teo Marchese mette al servizio dei brani.
Ed alla fine prevale quel retrogusto, dolce e leggermente frizzante, che rivela il sottile piacere di questo ascolto e ri-ascolto…
01. Believe it
02. Tu generico
03. Sun
04. Change the world
05. O ce (feat. Franco Cava)
06. Into a change
07. Quando ero bambino
08. Bolla
09. The meaning of life
10. la lingua
11. Wake me up
12. Drop water ocean
Ila: vocals, guitars, ukulele, piano, kazoo - Teo Marchese: drums, percussions - Lorenzo Fugazza: guitars, banjo - Paolo Legramandi: bass, ubass - Katy Aberg: cello - Franco Cava: vocals