ultime notizie

Lilith Festival: Genova tra pop, rock ...

di Alberto Calandriello Periodo di intensissima attività per l'Associazione Culturale Lilith, punto di riferimento per la cultura a Genova ed in Liguria, che da pochi giorni ha dato il ...

Lowlands

Better world coming

Quando si parla o si canta di Woody Guthrie bisogna essere matti, sognatori, tesi alla sconfitta delle cose del mondo. Oppure no, è sufficiente credere in un ‘mondo migliore’ senza arrendersi all’evidenza ed al fatto che questo mondo ben difficilmente lo vedremo in funzione.

Ma l’opera dell’uomo è anche quella di trasformare le situazioni impossibili ed allora anche l’impossibilità che musicisti italiani possano cantare, suonare, sentire vivere nel profondo le parole e le musiche di questo cantore della vita popolare viene annichilita delle canzoni proposte in questo splendido “Better world coming” che i Lowlands, insieme ad un gruppo di amici appassionati come loro di musica d’altri tempi (ma no, anche di questi tempi…), ci porgono sul cuscino dei nostri sogni e desideri. Quest’anno sono cento gli anni che avrebbe potuto compiere il cantore dell’America della grande depressione (e non solo). Morì nel 1967, Woody, a causa di una malattia genetica (la terribile Corea di Huntington) ma quello che colpisce è che la sua storia non è mai stata dimenticata e album come questo riescono a trasformare un ricordo in memoria condivisa e vitale, in reale, oggettiva presenza immortale.

Tutti i musicisti che hanno dato vita a questo splendido tributo sono l’essenza di una storia che non si perde per strada ma, anzi, insegue e persegue i sogni spezzati di più generazioni. Tredici i brani proposti, da ascoltare possibilmente in silenzio, assaporando i passaggi musicali, i testi (si trovano sul sito della Fondazione dedicata a Woody e curata dalla figlia Nora), immergendosi nel contesto in cui sono state scritte, dimenticando che i musicisti coinvolti sono tutti italiani, cercando di pensare alla vita che questo artista ha speso per la sua causa. Meglio, per la causa di tutti i deboli ed indifesi. Questo è un grande album, che non teme nessuna reverenza da altri lavori di più blasonati musicisti di lingua inglese. Senza nulla togliere, per esempio, alla bellezza di “Mermaid Avenue” dei Wilco e Billy Bragg, lì siamo su un altro vertice di bellezza. Qui tutto è più secco, asciutto, immediato, diretto, senza la mediazione stilistica o melodica di una band in grande spolvero.

I Lowlands hanno saputo motivare - ma forse non ce n’era bisogno - i tanti amici che hanno contribuito a questo album  riuscendo a creare uno dei lavori migliori dell’anno discografico fino ad oggi incontrato. Ne sarà fiero Woody e, crediamo, ne parlerà bene a Tom Joad…   

 

0 commenti


Iscriviti al sito o accedi per inserire un commento


In dettaglio

  • Produzione artistica: Edward Abbiati e Roberto Diana  
  • Anno: 2012
  • Durata: 40:00
  • Etichetta: Gypsy Child Records

Elenco delle tracce

1.      Intro - This land is your land

2.      This train is bound for glory

3.      Heaven my home

4.      I ain’t got no home

5.      More pretty girls

6.      Better world coming

7.      Two good men

8.      Plane wreck at Los Gatos (Deportee)

9.      Stepstone

10.  Lonesome Valley

11.  Hard travelin’

12.  Outro – This land is your land


Brani migliori

  1. Hard Travelin’
  2. This train is bound for glory
  3. Plane wreck at Los Gatos (Deportee)

Musicisti

Edward Abbiati: voce, chitarra - Francesco Bonfiglio: pianoforte, organo, fisarmonica - Roberto Diana: chitarre, dobro - Enrico Fossati: basso - Mattia Martini: batteria                                             OSPITI: Franco “Chino” Limido: armonica - Alex Cambise: mandolino - Furio Sollazzi: percussioni e rumori vari - Fabri “Bologna” Cassiani: bodhran, sonagli, cucchiai, tamburello, etc. - Marco Rovino: dobro - Daniele Zanenga: trombone - Sergio “Tamboo” Tamburelli: cori - Jimmy Ragazzon, Paolo Terlingo: cori - Maurizio “Gnola” Glielmo: chitarra National, cori - Nicola Crivelli: banjo, cori - Lisa Liz Petty, Claudio Raschini, Betti Verri e Ivano Grasselli: cori