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N’Hash

Birthday attack

“N'Hash è il decoder dell'iperinformazione contemporanea, programmato e hackerato dal producer e polistrumentista Marco Nascia. In informatica un algoritmo di hash è un processo che elabora dati grezzi di qualsiasi mole, restituendo una stringa univoca di numeri e lettere. N'Hash decodifica il nostro caos e ce lo restituisce in potenti e raffinate stringhe sonore, per condurlo a ballare con noi”. Affrontare un esordio discografico con questo piglio presuppone, in maniera quasi uguale, una certa dose di incoscienza, un pizzico di sfrontatezza ma anche una estrema coscienza dei propri mezzi e delle proprie capacità.

Marco Nascia questi ingredienti li mescola tutti e li mescola inoltre con un’inventiva davvero fuori dal comune, e questo perché fare sperimentazione in ambito musicale, assemblando jazz, be-bop, funky, new wave e rap, e sintetizzandoli in un “incrocio” fra drum ‘n bass e dubstep non è affatto operazione semplice, più che altro per quanto riguarda gli esiti, dato che il rischio di fare qualcosa di scontato, derivativo e, nel caso, compilativo, è sempre dietro l’angolo. Minimo comun denominatore di questo progetto è, in sintesi, la danza: quella di N’Hash è musica da ballare e che fa ballare; l’aspetto davvero interessante, e che dal punto di vista della lavorazione dell’album è sicuramente costato fatica, impegno e molto “orecchio”, è il fatto che il caos apparente da cui si trae l’ispirazione per “assemblare” i brani, si risolve alla fine in un lavoro coerente, del tutto preciso, in cui elettronica e tradizione popolare (nel brano di apertura,  Kryptic militant, si mescolano linee melodiche arabe e ritmiche dub, ad esempio, e coesistono senza alcun problema) riescono non solo a convivere, ma trovano un senso l’uno nella presenza dell’altro. Se a tutto ciò aggiungiamo una produzione, ed un’attenzione ai suoni davvero encomiabili, perché solo un lavoro molto attento, in sede di registrazione e di missaggio, riesce a valorizzare questa apparente caotica riunione di suoni e di ritmi, il quadro che si forma davanti agli orecchi dell’ascoltatore è davvero sorprendente.

Birthday attack è un lavoro davvero pregevole ed interessante da numerosi punti di vista; ovviamente va ascoltato con una certa apertura mentale e quindi no, non è un album rock o pop, è distante anni luce dal cantautorato o dal folk, però se è vero che artisti sul genere dei Chemical Brothers non solo hanno successo, ma hanno aperto letteralmente delle strade a contaminazioni di genere in ambito “dance”, fa davvero piacere constatare che anche dalle nostre parti ci siano musicisti, per ora meno celebrati, che hanno anch’essi creato un loro piccolo universo sonoro e lo hanno fatto senza andare a copiare o assimilare la lezione dei più celebrati colleghi, ma inserendo in un contesto simile elementi insoliti, apparentemente inconciliabili o per lo meno potenzialmente stridenti e li hanno fatti “marciare” all’unisono senza perderne le caratteristiche distintive.

E se alla fine ci si troverà quasi inconsciamente a ballare, o anche solo a muovere la testa, allora vorrà dire che l’obiettivo è stato raggiunto; lo step successivo potrà essere, inevitabilmente, quello di riunire il numero maggiore di gambe e di teste, offrendo loro un ritmo interessante per muoversi.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: N’Hash, Luca Rinaudo, Naiupoche, Danilo Romancino, Gianluca Cangemi, Anestis Psaradakos
  • Anno: 2016
  • Durata: 26:56
  • Etichetta: Qanat Records/Almendra Music/Goodfellas/The Orchard

Elenco delle tracce

01. Kryptic militant
02. Message digest
03. Rip. It. Up
04. TV talks
05. All my friends are guns
06. Sixty
07. Birthday attack

Brani migliori

  1. Kryptic militant
  2. Rip. It. Up
  3. Sixty

Musicisti

Marco Nascia: syntethizers, programming, recording