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Vertical

Black Palm

I Vertical sono un gruppo del vicentino attivo ormai da un decennio con un’intesa presenza live, dimensione particolarmente adatta alla loro miscela di soul/funk/rock innervata anche da echi progr. Numerosi sono i riconoscimenti ottenuti nel circuito nazionale indipendente ma, forse, le medaglie più brillanti riguardano l’apertura in concerti di artisti quali il James Taylor Quartet e soprattutto James Brown nel 2005.

Black Palm è il loro secondo album di inediti (uscito ormai da un po' di mesi) ed è stato realizzato con l’organico indicato qui a fianco, un lavoro che conferma la matrice soul ricordata, esposta con un’inflessione ritmica che al sincopato preferisce un forte senso del groove e che costituisce la principale sfumatura “black” dei brani.
Tuttavia la predominanza delle tastiere in diverse forme (piano acustico, rhodes, hammond…) e la predilezione del suono alla voce (un solo brano è cantato, Whatcha gonna do, che risulta essere la prima canzone composta dal gruppo) virano non di rado l’estetica musicale verso lidi progressive, pur evitandone saggiamente le secche della retorica e della ridondanza.

I brani infatti sono basati su di un tema principale ricorrente in sincronia col groove; in questi cicli, generalmente sostenuti dalle tastiere, si inseriscono interventi strumentali complementari ai quali raramente è affidato un ruolo di vero e proprio sviluppo solistico. Il tutto si traduce pertanto in strutture abbastanza compatte, mai cervellotiche e divaganti.

Esempi di questa impostazione sono del tutto evidenti nel brano di apertura, Divo, oppure nel più variato New World, in cui il ciclo tematico é più vivace e il mood è soprattutto ritmico e ancora nel brano forse più ‘nero’ Whatcha gonna do.
Il gruppo comunque è anche in grado di “narrare”, come nell’immaginaria colonna sonora di Tispari o nell’eccellente ghost track 900 decisamente d’atmosfera, contemporanea e piacevole uovo fuori dal paniere. Anche Parco Moscerini è significativo in questo senso, sintetizzando descrizioni ad un soul rock alla Steve Winwood.

Stante l’approccio corale ed accordale la cifra degli strumentisti è apprezzabile se si ascolta con attenzione e in modo “polifonico”, cercando di cogliere la contemporaneità e la verticalità delle presenze. Episodi più espliciti in questo senso sono quelli in cui gli artisti strizzano l’occhio al jazz facendo sì che le presenze dei singoli emergano maggiormente. Questo aspetto si presenta nella seconda parte del disco:  più dinamica, energetica e timbricamente colorata grazie al rilievo concesso ai legni.

Putiferio potrebbe ricordare i Colosseum più jazz rock (si ascolti il finale) riproposti in versione compatta, Black Palm unisce al groove un chitarrismo che richiama Scofield, mentre Gris Gris espone un bel fraseggio incrociato dei sax seguito da un ritmo quasi rappato che si avvicina ad una modulazione tutta africana.

Un lavoro interessante, più elaborato di quello che può apparire ad un primo ascolto, un ottimo crossover temporale tra i semi degli anni ’70 e i frutti del nuovo secolo.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Davide Venco
  • Anno: 2012
  • Durata: 51:09
  • Etichetta: Verticalmusic

Elenco delle tracce

01. Divo
02. New World
03. Tispari (ho voglia di piangere con te)
04. Whatcha gonna do
05. Parco Moscerini
06. Putiferio
07. Black Palm
08. Root Down
09. Gris Gris
10. 900

 

Brani migliori

  1. Whatcha gonna do
  2. Gris Gris
  3. 900

Musicisti

Paolo Bortolaso (tastiere)  -  Alessandro Lupatin (batteria)  -  Filippo Rinaldi (basso)  -  Nicola Tamiozzo (chitarra)  -  Andrea Gastaldon (sax tenore)  -  Antonio Gallucci (sax alto e baritono)  -  Massimo Tuzza (percussioni  -  Ken Bailey (voce / liriche)