Una rosa di sedici brani che spaziano dal folk al blues, sfiorando un po’ di punk e dirigendosi verso confini musicali difficili da definire. Stiamo parlando di
Bonjour my love disco numero uno della band di Ancona degli
El Cijo, nome mutuato dal dialetto della loro città.
Simone Furbetta, Marco Molinelli, Pietro Baldoni, Alessio Ballerini, Iury Lusenti hanno composto un lavoro che mal si presta ad un ascolto disattento. Non ci sono infatti canzoni di cui ci si innamora immediatamente, ma solo brani che si riescono ad apprezzare con il tempo. È il caso della delicata
Coach coming, canzone folk racchiusa in appena due minuti e mezzo, delle strumentali C
alamari in frack e
Franklin Tortuga attraverso cui si percepisce la bravura del gruppo nel creare melodie che se ne fregano di qualsiasi dinamica commerciale.
Ben riuscite i brani in cui la voce di Simone Furbetta viene cullata dalla dolce melodia, mai banale, del resto della band:
Only a few weeks left till easter,
Blackbird messenger e
Anniversary on Monday. Di stampo completamente opposto invece le tracce prettamente folk e più ritmate, come
Just a rebel song,
Uh uh uh uh,
Not even my clothes in cui l’ascoltatore viene proiettato in un’America di altri tempi.
Un discorso a parte fa fatto per due canzoni che riescono a stupire per la maestria con la quale la musica diventa un qualcosa di completamente diverso rispetto all’inizio. È il caso di
Every woman che dal folk punk iniziale indossa un vestito blues a metà brano, e della canzone che dà il titolo all’intero lavoro,
Bonjour my love, con un intro davvero unica.
Un disco pieno di sorprese, da scoprire ascolto dopo ascolto.
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