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Cor Veleno

Buona pace

Il gruppo hip hop italiano che più di ogni altro ha saputo inoltrarsi nella giungla degli altri generi musicali ne dà prova in questo ultimo lavoro “Buona Pace” pubblicato dalla Sony ma preceduto da un EP “Pace armata” in download gratuito.

I tre ragazzi romani, Primo, Grandi Numeri e Squarta sono oramai al loro quinto album ufficiale e dopo le grandi collaborazioni con Jovanotti, Roy Paci e Linea 77, questa volta hanno deciso di “non collaborare”, pubblicando dopo tre anni di “silenzio” un disco maturo e rischioso.

 

Maturo perché l’hip hop nelle 12 tracce del disco non viene mai abbandonato e anzi gli viene data nuova forza e vigore, nonché la solita personalità che contraddistingue i Cor Veleno; rischioso perché chi crede che il gruppo voglia cambiar strada potrebbe trovare buone ragioni per rafforzare le sue convinzioni, ma errando completamente la strada da seguire.

 

È vero che le sonorità non sono le solite e spesso fanno l’occhiolino ora al rock e ora al jazz o addirittura alla musica sinfonica (ricordiamo che in “Anche più facile” è presente una vera orchestra), ma è altrettanto evidente che la volontà di sfidare il genere ha avuto come risultato non l’abbandono del rap ma una sua evoluzione per vie fino ad ora impensate: i testi che sono sempre stati il punto forte del genere e quindi anche dei Cor Veleno, sono così curati che anche loro hanno avuto l’istinto di “cantare” ciò che si agitava loro dentro e questo per raggiungere un pubblico nuovo, senza abbandonare il vecchio, soprattutto quello che spesso macina chilometri per raggiungerli alle loro performance dal vivo.

 

Il disco è davvero una “scossa” nel panorama hip hop, e ascoltandolo si sente che il “veleno” che circola dentro i tre romani ha ancora più voglia di raggiungere chi magari se ne sta seduto in poltrona lasciandosi scivolare addosso quella pace“Falsa” (perdonatemi il cambio di genere rispetto al titolo originale) che continua a generare guerre vere mai abbandonate.

Potrebbero sembrare politicamente impegnati e seppur lo neghino “sorridenti” sembrano volerci dire che qualcosa deve cambiare nella situazione politica e sociale italiana e non solo.

Lo urlano con rabbia nei loro brani ma riescono anche a cantarlo, oserei dire in maniera ”romanticamente dura”. 

 

Le collaborazioni non ci sono ma le contaminazioni fanno capolino qua e là, come il reggae di “Dentro Te”, o certi ritmi da anni settanta in “Buona pace” o addirittura i violini i “Quello che verrà domani”.

I temi vanno dalla protesta contro una situazione politica da stravolgere, piena di falsità e di comportamenti poco ortodossi, ad una critica dura all’uso della cocaina (“Bam bam”).

Un album contro l’ipocrisia che riempie le nostre giornate, con brani che “cantati” fanno pensare ai nostri grandi cantautori: addirittura nella track list si riesce a trovare una novella “avvelenata” di gucciniana memoria (“Sto cor veleno”).

Un disco che come gli altri vuole dire qualcosa ma lo vuol fare in maniera diversa cercando di raggiungere un pubblico che magari fino ad oggi non li ha ascoltati.

 

Si può concludere riportando le parole che lo stesso Squarta ha pronunciato durante una sua intervista: "Negli ultimi anni abbiamo suonato molto, ma quando ci siamo fermati un attimo, abbiamo capito che la gente viene messa sempre più a dura prova, e che è costretta a lottare ogni giorno per difendere il suo diritto ad essere felice. Perciò Buona Pace vuole essere soprattutto un augurio per la gente, affinché trovi la propria pace".

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Cor Veleno
  • Anno: 2010
  • Durata: 44:32
  • Etichetta: Sony Music

Elenco delle tracce

01. Dentro te

02. Buona pace

03. L’odore del mare

04. Pensami forte

05. Falso

06. La pelle è la mia

07. Anche più facile

08. Spezzami l’anima

09. Sto cor veleno

10. Quello che verrà domani

11. Bam Bam

12. Nessuna bandiera bianca

Brani migliori

  1. Falso
  2. Sto Cor Veleno
  3. Quello che verrà domani

Musicisti

Cor Veleno (Primo, Grandi Numeri, Squarta): voci Gabriele Centofanti: basso Danilo Davelli: batteria, percussioni Matteo Pompei: chitarre Maurizio Leoni: sax Davide Aru: chitarre Stefano Vicarelli: hammond, rhodes Suvi Valjius: violino Marna Fumarola: violino Michela Munari: violoncello Martina May: cori