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Insooner

Caimani

Arrivano dalla provincia di Varese, esordiscono nel 2010 con l’album autoprodotto Assemblando oceani per annegare in pace dopodichè iniziano a preparare il loro secondo album, questo Caimani, questa volta con l’appoggio di un’etichetta e di una distribuzione strutturata.

Nonostante il passaggio da una situazione, diciamo così, “semi-artigianale” ad una più “ufficiale”, il trio non perde un grammo dell’intensità con la quale si era presentato sulle scene: otto tracce differenti, che ondeggiano fra il pop ed il post-grunge, con qualche passaggio vagamente psichedelico, otto brani diretti, che si caratterizzano per gli arrangiamenti molto essenziali e, tuttavia, trasmettono un che di evocativo, sembrano quasi “arrivare da lontano”.

C’è chi definisce questo approccio alternative, definizione sulla quale si può anche concordare, a patto di capire nei confronti di cosa ci si pone come alternativa; in realtà, forse, sarebbe più corretto indicare questo stile come una possibile evoluzione di percorsi già tracciati: le chitarre, quelle sì, tradiscono l’amore per il “Seattle sound”, ma le poliritmie, i break, l’alternanza di tempi differenti, specie all’interno dei singoli brani, ed in questo Sul mare di Okinawa è il pezzo più esemplificativo, denotano uno sguardo in avanti, che non disdegna, come detto precedentemente, una certa commistione con un pop di alto livello, sicuramente meno immediato e più elaborato di quello più commerciale, quello, come si dice, “da classifica”.

Con riguardo a questa commistione, la caratteristica rilevante, rispetto ai generi limitrofi, è il fatto che non ci sono tastiere (a parte uno “spicchio” di pianoforte in Istantanea della fine) a “tenere insieme” i pezzi, a renderli più omogenei e, per quanto si cerchi di evitarlo, più “ammorbiditi”: gli Insooner, nel loro approccio strumentale, esaltano e sottolineano i margini irregolari, le frastagliature, ricercano volutamente un andamento sobbalzante, non lineare, ed i loro pezzi ne escono come un continuo susseguirsi di invenzioni, una serie continua di “svolte” compresse in un minutaggio che di rado supera i quattro minuti a brano.

Giuda, unico pezzo che si concede una lunghezza maggiore, è un bell’esempio di come si riescano a collegare diverse linee musicali all’interno del medesimo brano, andando a ricercare stili e fascinazioni a volte lontanissimi, riconducendoli ad un discorso del tutto coerente e compatto, in cui anche i lunghi fraseggi strumentali, in stile prog, trovano una collocazione assolutamente congrua, che non crea alcuna frattura con il resto dell’esecuzione.

In sintesi siamo di fronte ad una possibile via, aperta e percorribile, lungo la quale la musica pop italiana può iniziare a guardare ad un futuro prossimo con alcuni obbiettivi ben precisi: dare alla parte strumentale dei brani l’importanza dovuta, offrire ai singoli strumenti un ruolo che non sia di mero accompagnamento alla voce, oppure (ed è ancora peggio) di puro “abbellimento”, di ciliegina sulla torta, bella da vedere ma non strettamente necessaria, ed infine superare la terrificante banalità dei testi, che si manifesta sia nel “voluto disimpegno”, sia nell’ancora più fastidioso “ricercato impegno”, tanto sforzato quanto fasullo nella sua ricerca di credibilità.

Non è che fra il classico raccontare di “cuore/amore/dolore” ed il filosofeggiarci sopra ci sia poi tutta questa differenza: sono due estremi che si vanno, alla fine, a toccare e fortunatamente alcune giovani band, e gli Insooner sono fra questi, hanno rigorosamente evitato di entrare in questo loop, tanto facile quanto banale.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Daniele Landi
  • Anno: 2012
  • Durata: 36:17
  • Etichetta: Forears/Audioglobe-The Orchard

Elenco delle tracce

01. Alluvioni

02. Caimani infernali

03. Sul mare di Okinawa

04. Giuda

05. Icaro nel fango

06. Il panorama dal sole

07. Fionda

08. Istantanea della fine

Brani migliori

  1. Sul mare di Okinawa
  2. Giuda
  3. Fionda

Musicisti

Juan Manuel Di Stefano: voce, basso Matteo Renna: chitarre, cori Gian Maria “Giamma” Gallicchio: batteria, percussioni Nicola Manzan: violino