L'Inferno di Orfeo
L'Inferno di Orfeo nasce nel 2000: dopo l'ep L'Attesa (2006) e dopo un'intensa attività live, finalmente arriva Canzoni dalla Voliera, il primo disco. Lunghi anni di maturazione per il quartetto torinese sono serviti a definire una proposta variegata fatta da canzone d'autore, venature pop, istinto blues, sterzate heavy e momenti progressive.
Max Weber teorizzò che la società aveva chiuso l'uomo in una gabbia d'acciaio, da questa metafora sulla condizione dell'individuo, mi piace immaginare che la band abbia preso le mosse per raccontare la propria intimità dal di dentro.
La chiave di questa "voliera personale - afferma Sydney Silotto, cantante e autore dei testi - ci serve per dire a tutti che anche da una piccola vita ci si può elevare, ispirare e perché no, con un po' di sana ironia, prendere in giro". Voglia e bisogno di comunicare la realtà così come appare, dalle speranze alle illusioni in un concept policromatico.
Entriamo in questa voliera proprio con il cinguettio Di Piccola Vita, breve intro agrodolce ispirata per voce, chitarra e rumori alla tradizione floydiana – segno dell'amore verso gli anni '70 dove la band pesca ispirazioni e colori. Dodici brani costruiti con una forte impronta rock blues e sulla voce di Sydney, graffiante e padrona dell'interpretazione, capace di eseguire brani variopinti come Notturno isterico (in odore di Sudamerica) oppure brani incalzanti come In collina lontano.
Canzoni dalla voliera è un disco molto suonato, dove spiccano le trame delle chitarre ora leggere ora elettriche ora folk e variazioni art rock snelle ed efficaci. Menzione per la suggestiva Rovescio (abili bambini al fraticidio) dedicata ai bambini soldato. Intrigante il calore post rock di Trentanni con la sua coda psichedelica. Nella coda del disco si possono apprezzare il crescendo di rabbia de L'Età lirica e l'anima progressive di Non Ho Mai Creduto Nel Fango, dove si alterna la doppia anima degli Orfei, scarna e maestosa.
Infine lo svolazzo di In piccola vita, a chiudere il cerchio di questo viaggio all'interno di una gabbia che con qualche limatura permetterà di volare ancora più in alto e in direzione certa alla band.
01. Di piccola vita
02. Il canto che porti dentro
03. In collina, lontano
04. Nonostante il resto
05. Notturno isterico
06. Mani giunte
07. Trent'anni
08. Rovescio (abili bambini al fraticidio)
09. Non si era detto di parlare?
10. L'età lirica
11. Non ho mai creduto nel fango
12. In piccola vita
Sydney Silotto: voce, parole, testi Carlo Lodico: chitarra, banjo, dobro Daniele Manassero: batteria, percussioni Daniele Rublev Elmo: basso, cori