Antonio Clemente
Per certi aspetti è un concept album a sua insaputa questo terzo disco del cantautore siciliano (ma di lunga militanza genovese) Antonio Clemente, dal titolo Canzoni nel cassetto. Clemente recupera dal cassetto (appunto) un bel po' di canzoni giovanili e dona loro una veste molto minimale (tra la canzone cantautorale italiana e il Folk). Come detto, ne esce un disco che ha una fortissima coerenza concettuale-contenutistica.
Tutte le canzoni, infatti, ruotano attorno al tema dello scontro (per nulla dialettico) tra arte e realtà. È una visione per certi versi manichea, quella del cantautore. Come nella famosa Albatros di Baudelariana memoria, il mondo fondamentalmente si divide tra coloro che aspirano alla poesia, alla bellezza, all'arte e coloro che trovano come unico senso al loro esistere il guadagno e l'utilitarismo. Va da sé che i primi sono i depositari di una sensibilità del tutto sconosciuta ai secondi. E va da sé che in qualche modo i primi sono destinati a soccombere. Insomma, per restare nella similitudine della letteratura, dal Decadentismo si passa a Svevo (passando però per un certo Federigo Tozzi e Corazzini, in questo senso si pensi al tema del poeta bambino). Non c'è quasi traccia di ironia in Clemente, semmai di feroce sarcasmo, quando descrive le piccolezze dell’attuale società.
Quali le possibili trincee in cui è possibile rifugiarsi in attesa di tempi migliori? Non tanto l'amore, anch'esso fonte di inganno e tradimento. Quanto piuttosto il ripiegamento verso il ricordo dell'infanzia, visto come Eden per sempre perduto. Ecco, il ricordo è pur sempre meglio della pochezza attuale. Così come il sogno (il titolo dell’album allude anche a questo), altro possibile rifugio. Chiaro, però, che alla fine infanzia, ricordo e sogno non fanno altro che dimostrare lo scacco di una situazione che sembra immutabile.
Ma a ben guardare, e per certi aspetti paradossalmente (come sapevano bene gli artisti romantici) l’unica vera trincea, l’unico “luogo”-riparo è la poesia stessa. Dove per poesia non si deve intendere una precisa forma artistica, quanto la capacità di cogliere ciò che giace dietro alla realtà naturale e dietro ai sentimenti più autentici. Solo a lei viene chiesto di dare un vero senso al nostro eterno peregrinare. Solo essa è essenziale: “Non starò più ad ascoltare nessuno/ soltanto la voce del mare/ o di un campo giallo di grano nel sole dell’estate/ …/ Non starò più tra la gente/ che si crede colta e più intelligente/ soltanto per due soldi in banca/ e una mente da vincente” (L’essenziale).
Musicalmente il disco si muove lungo gli argini dei grandi riferimenti musicali di Clemente, vale a dire la grande canzone d'autore (con forti richiami, come detto, al Folk). Ecco, questo però può essere anche il limite del disco (ma d'altronde stiamo parlando di canzoni scritte in gioventù). Troppe volte, infatti, Clemente sembra "adagiarsi" quasi compiaciuto nell'omaggio ai grandi. Pensiamo a una canzone come Tango delle circostanze che ha un'entrata che più tenchiana non potrebbe essere (persino nell'incipit del testo), per poi dirigersi verso il primo De André. Abbiamo, invece, l'impressione che il cantautore siciliano dia il meglio di sé quando dimentica la lezione dei "padri". Pensiamo a una canzone deliziosa come E non ne parliamo più. O quando recupera le sue radici come accade in Veni l'estate cantata nel dialetto locale.
https://soundcloud.com/antonio-clemente
01. L’essenziale
02. Piccole emozioni
03. Canzone del poeta bambino
04. Veni l’estati
05. Alla difesa dei sogni
06. Canzone di Natale
07. Non è un gioco
08. La libertà
09. Cuori al vento
10. Tango delle circostanze avverse
11. E non ne parliamo più
12. Vivere
13. Stupida canzone (+ghost track: Fottiti)
Antonio Clemente: chitarre classiche, chitarre acustiche, tamburelli, voce e cori - Fabrizio Zingaro: pianoforte, synth, percussioni, basso - Manuel Perasso: Pianoforte, synth, diamonica, chitarra elettriche - Maria Teresa Clemente: violino - Paolo Magnani: armonica, chitarra acustica solista - Andrea Carozzo: fisarmonica - Alice Nappi: violino - Luca Falomi: chitarre acustiche ed elettriche soliste - Talitha Knight: cori