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Canzoniere Grecanico Salentino

Canzoniere

Il primo disco “salentino” che ho comprato – un millennio fa ormai  – era dei CgS. Allora soggiornavo nelle campagne vicino a Parabita, per telefonare si andava all’unica cabina a gettoni del paese dentro ad una pizzeria, la spiaggia libera non attrezzata era praticamente l’unica possibilità per andare al mare e solo alle sagre patronali di paese potevi avere la fortuna, o meglio, il privilegio di ammirare e ascoltare un po’ di pizzica, spesso improvvisata e interpretata  con magnificente spontaneità da paesani con una tamborra, un violino o una fisarmonica e una coppia tra la gente sulla piazza a ballare, lei tarantolata e lui a contenimento…

I Canzoniere Grecanico Salentino, che gli amici salentini indicavano come il più importante gruppo di musica popolare, avendo già svariate produzioni discografiche alle spalle, erano riusciti con il loro lavoro di fusione tra l’ortodossia della pizzica tradizionale e la musica contemporanea a mantenere vivo quel percorso di riscoperta del folklore basso-salentino inziato nella seconda metà degli anni Settanta e ad essere il principale – e probabilmente unico - punto di riferimento in uscita per la musica salentina sul panorama musicale nazionale.  

A trent’anni di distanza, prima ancora di ascoltare la nuova produzione GCS dal titolo Canzoniere  una domanda mi è sorta spontanea: quanto è cambiato il Salento e quanto saranno cambiati i GCS? Sicuramente i GCS sono cambiati, ma sarebbe meglio dire rigenerati e cresciuti: Mauro Durante , tamborra e violino, ha seguito il padre e fondatore Daniele Durante alla guida del gruppo dal 2007 e con lui Emanuele Licci (figlio di un altro dei fondatori del gruppo Roberto Licci), Giulio Bianco, Alessia Tondo, Massimiliano Morabito, Giancarlo Paglialunga e Silvia Perrone hanno continuato a rinnovare il percorso dei padri oltrepassando i confini della nostra penisola: innumerevoli spettacoli tra Stati Uniti, Canada, Europa e Medio Oriente come bandiera della world music italiana nel mondo e collaborazioni con artisti del calibro di Ludovico Einaudi, Piers Faccini, Erri De Luca, Ballake Sissoko, Ibrahim Maalouf, Fanfara Tirana, Stewart Copeland dei Police hanno portato i GCS al riconoscimento dal MEI come il Miglior Gruppo Italiano di Musica Popolare nel 2010.

Non ultima La Notte della Taranta con  Mauro Durante  assistente del meastro concertatore nel 2010 e 2011 e in tre occasioni (2010, 2013 e 2015 ) i CGS e aprono  il concerto esibendosi di fronte ad una platea di oltre centomila persone ed a un pubblico televisivo planetario.
Ecco, forse l’esempio della Notte della Taranta risponde al quesito e calza perfettamente al caso: i Cgs hanno dimostrato una crescita esponenziale in termini di qualità e quantità di offerta musicale per questa terra che attira sempre più persone ed eventi ed hanno avuto il grande merito di far emergere la loro originalità senza perdere la storia delle proprie tradizioni, anzi facendole diventare il fulcro della loro unicità.

L’album Canzoniere ne è un esempio lampante, se non un vero e proprio paradigma del fenomeno Salento: registrato tra Lecce e New York, ritroviamo tra gli ospiti la chitarra inglese di Justin Adams, il cantautore anglo-francese Piers Faccini, il violoncello di Marco Decimo, il piano del danese Rasmus Bille Bähncke, le scritture e i suoni di Michael Leonhart, di Steve Skinner, di Scott Jacoby, per un crogiuolo cosmopolita di influenze musicali su stampo salentino. Il risultato è unico: le basi ritmiche e i cori polivocali si spingono sino a sembrare una drum machine, gli strumenti della tradizione come il violino e  l’organetto sono innestati di chitarre elettriche travolgenti, di ritmi synth bass sincopati e coinvolgono a tutto tondo e guidando l’ascoltatore in giro per un mondo sconosciuto quasi onirico. E poi c’è il Salento nel suo dialetto, con le tematiche di una vita semplice scandita dai tempi della natura, nei ritmi del mare, anche se poi la sensazione è di trovarsi un momento altrove in un luogo indefinito che potrebbe essere il Belgio, il Maroccco o il Nebraska e la battuta dopo si torna nuovamente a Melpignano o a Torre Paduli.

Il mondo si può rinchiudere in una bottiglia di CocaCola, il simbolo massimo della globalizzazione, come rappresentato sulla copertina dell’album, ma il suo contenuto non può che essere passata di pomodoro: unica, senza tempo, figlia della terra.

Foto di Vincenzo De Pinto

 

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In dettaglio

  • Anno: 2017
  • Etichetta: Ponderosa Music & Art

Elenco delle tracce

01. Quannu te visciu
02. Ientu
03. Lu Giustacofane
04. Con le mie mani
05. Tienime
06. Moi
07. Pizzica de Sira
08. Aiora – feat. Justin Adams
09. Subbra Sutta – fest. Piers Faccini
10. La ballata degli specchi
11. Sempre cu mie
12. Intra la danza

 

 

Brani migliori

  1. Moi
  2. La Ballata degli specchi
  3. Subra Sutta

Musicisti

Mauro Durante: voce, percussioni, violino  -  Alessia Tondo: voce e castagnette  -  Emanuele Licci: voce, chitarra e bouzouki  -  Giulio Bianco: zampogna, basso, armonica, flauti e fiati popolari  -  Massimiliano Morabito: organetto  -  Giancarlo Paglialunga: voce e tamburello  -  Silvia Perrone (danza)