Zu
Voler appiccicare addosso agli Zu un’etichetta stilistica vuol dire tentare
di svuotare il mare con un secchiello da spiaggia. Tante sono le derivazioni –
e di conseguenza le proiezioni – che la musica del trio romano fa proprie,
estraendone il nocciolo creativo, per poi centrifugarlo nella personalissima,
imprendibile, inqualificabile, visione musicale.
In Carboniferous – nuovo capitolo di una carriera decennale passata a
spaccarsi le natiche in giro per il mondo – gli Zu sono come di consueto ostici
e spigolosi, fin dall’apertura di Ostia,
tanto per mettere le cose bene in chiaro e distogliere coloro che preferiscono
le facili discese nella monotonia alle salite impervie dell’inventiva, della
sperimentazione. Si fanno indigesti nella pesantissima Carbon, vanno contro
natura – melodicamente parlando – nell’altrettanto ruvida Beata viscera e si catapultano con tutte le loro forze nei
labirinti di Erynis. Come se non
bastasse, ad arricchire le trame fatte di batteria, basso e sax, ci si mettono
anche la chitarra di King Buzzo dei Melvins e la voce posseduta di Mike Patton in Soulympics, probabilmente il passaggio meglio riuscito per
completezza e unione d’intenti.
“Carboniferous” è un album che ti
tiene stretto all’angolo per tutta la sua durata, ed è impossibile arrivare a
toccare il tasto stop, per via di una continua serie di sterzate
ritmico/melodiche e trovate in equilibrio tra genialità e pazzia, tra
incoscienza e perfetto calcolo di causa ed effetto. Gli Zu passeggiano – e spesso
calpestano – con noncuranza su schemi
e stereotipi, confermandosi su livelli altissimi di quantità e qualità. Con
loro non si scherza: astenersi perditempo.
01. Ostia
02. Chthonian
03. Carbon
04. Beata Viscera
05. Erinys
06. Soulympics
07. Axion
08. Mimosa Hostilis
09. Obsidian
10. Orc
Luca Mai: sax
baritono
Massimo Pupillo:
basso
Jacopo Battaglia:
batteria
King Buzzo:
chitarra
Mike Patton: voce