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Paolo Fresu Devil Quartet

Carpe Diem

La prima cosa che salta all’occhio (vabbè, all’orecchio) in questo nuovo lavoro, il terzo (quarto se si considera anche un live allegato a Repubblica/Espresso) in dodici anni per il Devil Quartet, è la sua dimensione squisitamente, unilateralmente, acustica. Il gruppo, infatti, ha sempre avuto nella componente elettrica (da parte di Bebo Ferra ma anche dello stesso leader, con i suoi molteplici marchingegni elettronici) una sua peculiarità, che questo nuovo album ribalta, guadagnandone indiscutibilmente in eleganza e misura. Lo si coglie subito, fin dal primo dei brani che compongono il dittico d’avvio, entrambi a firma proprio del chitarrista, non a caso principale protagonista del successivo Carpe diem, anche se l’episodio più convincente del trittico iniziale appare In minore, ballad sottilmente danzante a firma di Paolo Fresu, che vi suona sia sordinato che, sul finire, a strumento aperto, in sovraincisione, pratica del resto ripetuta altre volte nel prosieguo del disco (in particolare in Un tema per Roma). Analoghi profumi attraversano il successivo Enero, ancora di Ferra, e di estrema raffinatezza è pure Dum loquimur, fugerit invida aetas (Fresu), sempre con la chitarra acustica in bella evidenza.

Con Lines parte quindi un dittico di brani di Paolino Dalla Porta, che nel successivo Secret Love, felicemente tornito (e con Fresu sordinato) raggiunge i suoi esiti migliori. Ballata per Rimbaud, subito a seguire, è invece uno dei due brani a firma del batterista Stefano Bagnoli, che all’autore di Une saison en enfer ha appena dedicato un intero album in completa solitudine (ne diremo nel prossimo Arcipelago Jazz), così come una dedica, a Giulio Libano, una di quelle classiche figure, benemerite, che per motivi generazionali (era del '23) hanno dovuto districarsi fra jazz e musica leggera, è poco più avanti anche il brano omonimo, sempre di Bagnoli.

Completano quelli che una volta si chiamavano “solchi” altri due temi di Fresu, entrambi molto riusciti, vale a dire Ottobre, concentrato ed elegante, come distillato, e il sinuoso Human Requiem   (sempre del trombettista, in mezzo, c’è il già citato Una tema per Roma), più il collettivo (come firma in calce), vivace Quam minimun credula postero, e, dulcis in fundo, una rilettura (tutto sommato inattesa, ma solo fino a un certo punto, conoscendo Fresu) del tema di Un posto al sole, ancora una volta di grande eleganza (come già, appena prima, il già citato Giulio Libano). 

Disco senz’altro consigliato, di ascolto gratificante quanto stimolante.

 

 


Foto di Alberto Bazzurro (Fresu) e Spectra Foto (Devil).

    

 

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Paolo Fresu & Devil Quartet
  • Anno: 2018
  • Durata: 56:29
  • Etichetta: Tŭk Music

Elenco delle tracce

01. Home
02. Carpe diem
03. In minore
04. Enero
05. Dum loquimur, fugerit invida aetas
06. Lines
07. Secret Love
08. Ballata per Rimbaud
09. Ottobre
10. Un tema per Roma
11. Human Requiem
12. Quam minimun credula postero
13. Giulio Libano
14. Un posto al sole

Brani migliori

  1. Enero
  2. Secret Love
  3. Ottobre

Musicisti

Paolo Fresu: tromba, flicorno soprano  -  Bebo Ferra: chitarra acustica  -  Paolino Dalla Porta: contrabbasso  -  Stefano Bagoli: batteria