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Cato

Cato

Può un cantautore giovane, ancorchè navigato, che arriva da una importante esperienza reggae, innamorarsi del pop? Evidentemente si, magari aggiungendo una spruzzata di soul, qualche venatura blues, e grazie ad una quindicina di amici che l’hanno aiutato a mettere su questo dischetto le otto tracce di Cato, debut album solista omonimo del bergamasco Roberto “Cato” Picinali.

Cato è un lavoro diretto, molto immediato, privo della pretesa di voler tracciare chissà quali strade o percorsi artistici: a tratti, anzi, gli stessi testi e le scansioni dei versi appaiono grezzi, quasi abbozzati ma volutamente non raffinati, appoggiati su tappeti sonori lineari, semplici, privi di qualunque tipo di sovraproduzione; non si tratta, in realtà di un lavoro definibile come “minimale”, perché si percepisce, comunque, un lavoro di arrangiamento attento ed equilibrato. Lui stesso definisce la sua musica come musica da viaggio, probabilmente in onore delle 500 che restaura e ripara, e che gli permettono, data una velocità mai elevata, di osservare con calma il mondo circostante.

Ci troviamo in un territorio un po’ neutro, non lontanissimo in realtà dal cantautorato indie più recente (Dente, Mannarino, Colapesce), ma neppure molto distante da un’area pop-rock più datata (Renga, Pedrini), e questo potrebbe essere un po’ il limite di un’operazione di questo genere, stante il fatto che l’ascoltatore medio (di per sé distratto e quasi sempre con poco tempo a disposizione) spesso abbandona nel momento in cui non riesce ad inquadrare in modo immediato (per non dire automatico) la collocazione di un artista. Se invece si ha la pazienza di scorrere tutte le tracce dell’album, si può notare come, mano a mano, l’artista prenda confidenza con questa materia così variegata, e riesca a darle un ordine ed una maggiore consistenza, così che le ultime tracce (in altri tempi si sarebbe detto “la seconda facciata del disco”) risultano essere più compiute, anche più espressive, e maggiormente vicine a quella che probabilmente è l’indole reale non tanto dell’artista, quanto invece dell’uomo.

Cato è di fatto un progetto, una bozza artistica dettata dalla necesità di comunicare, comunque, un’esigenza espressiva: non certamente un album, per così dire, “incompleto”, ma una sorta di introduzione ad una attività futura in cui la reale dimensione del cantautore orobico dovrà necessariamente transitare attraverso altri lavori, più definiti ed orientati, per emergere in maniera più chiara e netta.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Roberto Picinali
  • Anno: 2014
  • Durata: 28:16
  • Etichetta: Autoprodotto

Elenco delle tracce

01. Accendimi
02. Luna
03. Veloce
04. Diverso
05. Mario
06. Man8
07. Confusione
08. Princess

Brani migliori

  1. Man8
  2. Confusione
  3. Princess

Musicisti

Roberto “Cato” Picinali: guitar, lead vocals, percussions  -  Stefano Guidi: drums  -  Mauro Guidi: bass  -  Marco Pasinetti: guitar  -  Dylan Imberti: back vocals, flute  -  Luisa Bortolotti: back vocals  -  Sebastiano Pezzoli: piano  -  Elio Donini: drums  -  Mirko Zanga: piano Rhodes  -  Mauro Donini: sax  -  Brian Zaninoni: guitar  -  Andrea Castelli: drums  -  Diego Bernardi: bass