Massimo Volume
Riavvolgiamo il nastro. Sì avete letto bene, proprio il nastro, perché si tratta di roba analogica. Anni Novanta, Secolo scorso. I Massimo Volume sono stati la band che ha spettinato la scena. Poi, d’un tratto, qualcosa s’è spezzato. È mancata l’ipirazione necessaria per proseguire un cammino fino a quel momento denso e, per chi gli era intorno, destabilizzante.
Ci sono voluti dieci anni per rivederli su un palco. Altri due per ascoltarne un’incisione nuova di zecca. Poco importa se stavolta non c’è un nastro, ma un link a riferirci la loro musica. “Cattive abitudini” traduce sullo spartito un pensiero illuminato. Emidio Clementi narra, con quel modo che in Italia ha fatto scuola, di storie tangibili (“La bellezza violata”), di brani che trasudano letteratura, citazioni, sottintesi. Ma anche riferimenti espliciti (“Fausto”, riferita a Fausto Rossi), caratterizzati da descrizioni dettagliate.
“Cattive abitudini” è sì un album, ma è anche un piacere sfogliarlo come un libro al quale ci si affeziona subito. I testi che contiene proiettano continuamente immagini di sconfinata realtà, ma anche di orizzonti sospesi, e ad ogni ascolto salta fuori un’inquadratura diversa. Brani che ti travolgono con inesorabile lentezza (“Litio”), e quel finale poi di “In un mondo dopo il mondo”, inquietante, intrigante, inafferrabile.
Da capo please, a ognuno le proprie ossessioni.
01. Robert Lowell
02. Coney Island
03. Le nostre ore contate
04. Litio
05. Tra la sabbia dell'oceano
06. Avevi fretta di andartene
07. La bellezza violata
08. Invito al massacro
09. Mi piacerebbe ogni tanto averti qui
10. Fausto
11. Via Vasco De Gama
12. In un mondo dopo il mondo
Emidio Clementi: testi, voce e basso
Egle Sommacal: chitarra
Stefano Pilia: chitarra
Vittoria Burattini: batteria e voce in "Mi piacerebbe ogni tanto averti
qui"
Massimo Carozzi: ambienti e giradischi in "Via Vasco De Gama", "In un
mondo dopo il mondo", "Avevi fretta di andartene"
Tom O'Bedlam: lettura di "Walking in the blue" di Robert Lowell in
"Robert Lowell"