Lautari
Se avevate ascoltato il famoso brano Notte Chiara dalla voce dell’indimenticato Domenico Modugno, rimarrete piacevolmente stupiti dalla versione ancor più folk e popolare di cui l’hanno vestita i Lautari nel loro ultimo disco “C’era cu c’era”.
Il disco è impreziosito dalla collaborazione di Carmen Consoli (la casa discografica è proprio la Narciso records dell’artista siciliana) che interpreta Focu di raggia, un pezzo non nuovo in quanto i Lautari lo avevano scritto per un lavoro di Goran Bregovic.
Il profumo della Sicilia imperversa in ogni brano del disco, con i paesaggi popolari isolani e mediterranei che fanno capolino nei costumi e nelle tradizioni dei luoghi della Trinacria del passato.
Il brano che dà titolo al disco esplora e fa riemergere antichi credi nonché passaggi emblematici della tradizione fiabesca non solo siciliana, ma di quella orale di molte parti del mondo, sottolineando l’universalità di molte leggende popolari e modalità narrative, di comunione e conviviali.
Il gruppo riesce in questo intento grazie ai preziosi arrangiamenti e alla varietà degli strumenti presenti nel disco (veri Musicanti che sanno emozionare ed emozionarsi) e che abbracciano pienezze musicali che altrimenti non sarebbero state tali senza la loro presenza, e tra questi sicuramente quelli che pescano nelle tradizioni popolari più disparate: il mandolino e il mandoloncello, la fisarmonica e la piva, il cajon, lo djembé e la darbuka.
Anche i testi non disdegnano il lessico popolare, ma satiricamente dipingono realtà che non sono solo dei tempi che furono, ma risuonano e persistono nella quotidianità del nostro tempo (Cavaleri,Tra u desertu e u mari) denunciando ora la corruzione e il malaffare di certa politica, ora le disgrazie di gente piena di sogni e di speranze “annegate” nel Mare Nostrum, e qualche altra volta la disperazione dei popoli in guerra che non ha tempo e non ha spazio, ora come nel medioevo (Bumma).
Negli altri pezzi del disco si affacciano altri lineamenti dell’isola che cantano l’amore nei suoi risvolti talvolta passionali (Focu di raggia e La Cifalota) e qualche altra spirituale, come in Santa e picciridda.
Anche questa volta il gruppo catanese è riuscito ad armonizzare il suo amore per la tradizione siciliana con le melodie ed i suoni più contemporanei, aggiungendo qua e là quel tocco classico, dato dalla presenza dei fiati e degli archi. Scelte e suoni che rendono i Lautari davvero unici nell’affollata piazza dei gruppi che pescano nelle tradizioni popolari delle regioni italiane ed aggiungeremmo mediterranee.
http://www.myspace.com/ilautari
01. Banda do dimoniu
02. Bumma
03. Notte chiara
04. Tra u desertu e u mari
05. Focu di raggia
06. Cavaleri
07. La cifalota
08. C’era cu c’era
09. Scuru
10. Santa e picciridda
11. Musicanti
Gionni Allegra: voce, contrabbasso, chitarra acustica, mandoloncello, basso, mandolino, bouzouki -
Puccio Castrogiovanni: voce, fisarmonica, mandolino, zhoukra, marranzano, organetto, mandola -
Roberto Fuzio: voce, chitarra acustica, classica ed elettrica, tamburello, contrabbasso -
Salvatore Farruggio: drums, voce, cajon, percussioni, shaker, darbuka, Hammond, kalimba -
Salvatore Assenza: clarinetto, sax soprano, sax tenore -
Enrico Luca: flauto traverso, piva, sax soprano -
Carmen Consoli: voce, chitarra elettrica -
Adriano Murania: violino -
Leonard Greene: violino -
Marta Rankovic: viola -
Tiziana Cavalieri: violoncello -
Daniele Zappalà: tromba -
Giovanni Ciscone: trombone, eufonio -
Carola Origlio: voce -
Johnnys Bawdon: voce narrante, djembè -
Pini Ninni: banjo -
Giuseppe Severini: organetto