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Radio Days

C'est la vie

Lunedì mattina, sei in macchina, in coda, oppure in metro, affollatissima, in attesa di andare al lavoro/a scuola/dal medico/in qualsiasi posto tu non abbia la minima voglia di andare. Ti sei svegliato presto, non hai bevuto il caffè, uccideresti chiunque ti si presenti di fronte nelle prossime due ore. O anche di più. Lungi da noi trattenerti dal farlo, ma... hai provato con un disco, un bel disco scacciapensieri, come usava una volta? Per esempio, questo C’est la vie dei milanesi Radio Days, la dimostrazione che anche qui c’è gente capacissima di sfornare un bel prodotto di genere, che nulla ha da invidiare a quelli d’oltremanica/oltreoceano/oltralpe.

Il genere in questione è il power-pop, origini beatlesiane, passato indenne tra le forche caudine degli anni Settanta e del punk, rimane ad oggi poco più di un’influenza per moltissime band: pochi sono invece quelli che, come i Radio Days, lo suonano “alla vecchia”.

La ricetta è semplice: melodie zuccherine su chitarre taglienti, armonie vocali ovunque, stop and go come se piovesse. Descrizione che calza a pennello per “C’est la vie”, dieci canzoni per poco più di mezz’ora di musica che si appiccica alle pareti del cervello già al secondo ascolto: sin dall’apertura con Spinning Round The Wheel, i Days raggiungono perfettamente gli scopi di 1) distrarti dalla morbosa realtà che ti circonda, 2) farti battere il piedino, 3) farti cantare i loro ritornelli. E poi hai voglia a dimenticarli quando sei seduto in ufficio/classe/sala d’attesa/ovunque...

Non solo, ogni tanto mescolano un po’ le carte in tavola e aggiungono un pizzico di swing, come in Meaning Of Fire o nella splendida Evelyn Town, riuscendo comunque a restare coerenti al proprio “stile” (no, la scelta delle parole non è casuale. Chi ha orecchi per intendere...). Belle melodie davvero - sì, “easy” (ma non lo erano, in fondo, anche i Beach Boys?) ma complesse e non di rado originali, ascoltati per credere So Far So Close, Sleep It Off, One By One... Unico appunto, a matita, che si può fare a C’est la vie, è di essere un filino patinato: un po’ si deve certamente alle specificità del genere, un po’ al timbro vocale del pur bravo Dario Persi, che tradisce una formazione presumibilmente teen-punk... Ma, a parte questo peccatuccio davvero veniale, questo disco potrebbe essere sul serio l’antidoto ai vostri grigi lunedì mattina, di qui a molto tempo...

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In dettaglio

  • Anno: 2010
  • Durata: 33:51
  • Etichetta: Tannen Records

Elenco delle tracce

01. Spinning Round The Wheel

02. So Far So Close

03. Sleep It Off

04. Elizabeth

05. Evelyn Town

06. Enemies For Friends

07. The Meaning Of Fire

08. One By One

09. Sweetest Lullaby

10. Dirty Tricks

Brani migliori

  1. Evelyn Town
  2. So Far So Close
  3. One By One

Musicisti

Dario Persi: guitar, vocals Omar Assadi: guitar, backing vocals Mattia Baretta: bass, backing vocals Paco Orsi: drums