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Olden

Ci hanno fregato tutto

L'immagine di copertina è di quelle che restano in mente, forte e pulita. Un pezzo di armatura, un busto senza testa, senza identità. C’è solo una corazza lacera e sdrucita su fondo nero. La bella foto è di Renzo Chiesa, uno che con le sue immagini ha contribuito a rendere immediatamente riconoscibili ed immortali storici ellepì italiani e non (pensiamo al celeberrimo copricapo all'uncinetto con su gli occhialini ovali di Lucio Dalla da lui ritratto, fra le tante). Andando oltre l'immagine nuda e cruda, però, osserviamo che la metafora è perfetta e assolutamente calzante al titolo di quest’album Ci hanno fregato tutto. Tutto sì, tranne la corteccia, la fredda apparenza come inutile corazza che cade a brandelli. Non c'è umanità in questa foto, ma si intuisce chiaramente che ci deve essere stata. C'era ma ce l'hanno rubata. In realtà non ci hanno fregato proprio tutto, altrimenti non saremmo qui a parlarne: ci è rimasta la voce e attraverso la voce può esserci spazio ancora per una sorta di ribellione, di protesta. Infatti è proprio la voce l'arma migliore che possiamo sguainare per questa lotta contro l’uniformità e la banalità.

Ci hanno fregato tutto è il terzo lavoro di Olden, all’anagrafe Davide Sellari e la sua voce forte  ci giunge nitida e chiara. Nove sono le tracce presenti in questo nuovo album del cantautore perugino che da anni vive e lavora in Spagna, a Barcellona. Nel 2011, ricordiamo, è uscito il suo primo album omonimo in inglese, mentre nel 2014 il suo secondo lavoro, stavolta in lingua italiana.

Ci hanno fregato tutto è un disco che possiamo quasi definire quindi “di protesta”, che si discosta molto dal tono più intimistico del precedente. La voce è invece sempre riconoscibile, ora anche più intensa e matura, ferma e di chiaro spessore. Nel tempo e nell’evolversi del suo lavoro, è proprio la voce ad essere divenuta la vera nota distintiva, il filo rosso che lega in modo inconfondibile questo disco ai precedenti. Ci hanno fregato tutto è il disco di un cantautore ormai maturo, con una capacità di scrittura molto buona, davvero interessante.

A mettere particolarmente in evidenza le doti interpretative di Olden un ensemble di musicisti notevoli che sottolineano i brani con ottimi interventi a sostegno appunto della bella voce, che rimane sempre in primissimo piano, e che si rivela “strumento” particolarmente duttile e dinamico. L’interpretazione assume caratteristiche ironiche e vivaci in brani come Gianni, che è anche un videoclip con Angelo Orlando, per la regia di Wayne Scott, e Ma non sarebbe stato meglio? oppure più intimistiche e quasi sensuali in altri più tranquilli come Pianeta rosso, delicata canzone d’amore (amore per una donna o per la nostra stessa vita?), o Vacanza breve. Particolarmente interessanti sono anche i giochi di parole nella già citata Ma non sarebbe stato meglio ? …“stare a casa a riordinare le cose, ad annaffiare le rose” oppure “a ripassare la storia, a fare un po’ di memoria” nonché “a coltivare limoni senza ammazzare leoni” e il quasi “nonsense” nella ritmata e leggera La festa dell’indiependenza (“indie”, proprio così, non è un refuso) dove infatti dichiara “sono un cantautore vecchio stile, amo molto le rime.”

In questo buon album, decisamente rock che non rinuncia però ad aperture più ampie e in certi momenti quasi delicate, il cambio di direzione e la maggior maturità espressiva sono particolarmente evidenti rispetto ai cd precedenti. Questo si nota soprattutto nei temi trattati: messo da parte quasi del tutto l’aspetto introspettivo, in questo disco Olden pare quasi sfogarsi prendendo le parti della generazione attuale, facendosi portavoce del suo disagio, mettendo addirittura in guardia i giovani rispetto alla società contemporanea. “Cerco di essere autentico, libero, e anche un po’ incazzato. Parlo alle nuove generazioni forse perché ora sono padre, un padre un po’ preoccupato di quello che vede intorno a sé e che vorrebbe lasciare a sua figlia un mondo migliore” dichiara il cantautore in una recente intervista.

In realtà si intravvede una certa nota di ottimismo “fra le righe” di queste nuove canzoni, ricche e cariche di sonorità intense e ruvide. Attenzione, è il messaggio che ci arriva come un avvertimento: stanno provando a rubarci il futuro, ma forse siamo ancora in tempo, ribelliamoci. E questo lo si può fare anche attraverso un percorso musicale onesto e genuino, sudato e per nulla facile, come la scelta di cambiare la rotta, una strada nuova intrapresa, una svolta coraggiosa. Come coraggioso appare del resto chiaramente tutto questo lavoro.

Foto da www.oldenmusica.com

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Olden e Enrico Giovagnola
  • Anno: 2017
  • Durata: 33:00
  • Etichetta: Beta Produzioni

Elenco delle tracce

01. Non ti credo
02. Ci hanno fregato tutto
03. Ma non sarebbe stato meglio
04. Pianeta Rosso
05. La festa dell’indiependenza
06. Gianni
07. Vacanza Breve
08. E’ tutto tuo
09. Gli stessi sorrisi di sempre

Brani migliori

  1. Ci hanno fregato tutto
  2. Ma non sarebbe stato meglio
  3. Gianni

Musicisti

Enrico Giovagnola: piano, synt -  Andrea Foreschi: chitarra elettrica  - Francesco Miceli: batteria, percussioni  -  Giacomo Rossetti: basso  -  Olden: voce, chitarra acustica