Daniele Faraotti Band
Il mondo di Daniele Faraotti e la sua Band
è un mondo fatto di quotidianità, di personaggi comuni, un po’ folli, a volte banali
e che, peraltro, ci somigliano: indossatori di facce per estorsione, testimoni
e capiprocuratore, idealisti col ventaglio sbeffeggiati da teorici della
potenza-nazionalisti-imperialisti-antidemocristiani-anti illuministi.
Un album rock con venature livide
alla Cure, echi progressive e qualche spruzzata di world: le liriche di questo primo
album dei DFB sono giochi di parole che si rincorrono.
Se la prima traccia, Senza Cacao, è fatta di suoni
volutamente casuali, chitarre strimpellate e voci fintamente stonate, i brani
successivi sono solo apparentemente prevedibili: Come si fa è una sorta di gramelot italo-arabo che si srotola su
ritmi anni settanta mentre Palco Panico
è calembour («siedo al centro della luce buio nella bianca luce, vuoto come
tutto intorno assente isterico, colto da ilarità incontrovertibile») il cui
epilogo è un inatteso samba.
Temi: innamoramenti e amori con
tutto il carico di attese e aspettative, malinconie, addii e assenze, utopie
disilluse ma anche gli effetti collaterali di casi di mala (o buona) giustizia
in nome dell’obbligo di notificare gli atti (Poolshake) o il tributo ad un vecchio amico a quattrozampe che si
spaventa per un botto (Vecchio dalmata
show). Testi surreali che comunicano immagini in sequenza al limite
dell’onirico e del cinematografico. Colpisce la ricercatezza e l’originalità
della musica: non solo chitarra-voce-basso-batteria ma a completare le scelte
di questa band bolognese anche tutta una serie di strumenti dove theremin e
didgeridoo sono ormai consuetudine in rapporto alle canaline di impianti
elettrico e termosifone in Interludio Secondo
o la Punto del ’94 e i
bicchieri di cristallo in Piove.
Il risultato complessivo di Ciò che non sei più è piacevole, originale e
non lascia indifferenti: ci si ritrova al capolinea dell’ultima traccia
quantomeno divertiti. Il che di questi tempi di noia musicale e di scarse
sorprese, non è poco.
01. Senza cacao
02. Palco panico
03. Poolshake
04. Come si fa
05. Nuvole
06. Non è da meno
07. Interludio
08. La favola delle origini
09. Come nei sogni
10. Ciò che non sei più
11. Vecchio dalmata (slow)
12. Piove
13. Apostrofo 15
14. La melanconia di Ireneo
15. Interludio secondo
16. Poolshake reprise
Daniele Faraotti:
voci e chitarre
Ernesto Gildes Illino:
batteria
Enrico Mazzotti: basso
Nicola Ciarmatori:
pianoforte su #11
Edoardo Bertolini:
arcimablum e didgeridoo su #7
Luigi Zardi:
tromba su #2 e #11
Vincenzo Vasi:
theremin su #5 e #6
Elena Itto di Rafa:
guitarcimbalum su #7 e guitartricktrick su #15
Leda Tiaro Fetino:
canaline da impianto elettrico su #15, punto del ’94 su #12, glassarmonica-bicchieri
di cristallo su #12, glockenspiel su #13
Alan Selva: clarinetto su #6