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Mosè Santamaria

Come cani per strada

Si intitola Come cani per strada il terzo lavoro discografico del cantautore genovese ma veronese d’adozione Mosè Santamaria, uscito alla fine del 2022 anticipato da Epitaffio, primo singolo estratto dall’album. Come cani per strada, sottile e certamente voluta citazione d’autore, è un disco breve (appena 21 minuti) e scarno, ma che, proprio come a chi annusa la vita dalla strada, suggerisce ampie visioni nonché, o soprattutto, profonde introspezioni.

Sette sono le tracce che compongono una sorta di racconto, un percorso ampio e allargato attraverso varie esperienze che compongono il cammino verso la tanto desiderata felicità, intesa come stato d’animo che non si esaurisce in un momento di euforia, ma che diventa consapevolezza di vita autentica. Una sorta di “viaggio iniziatico”, come spiega lo stesso autore, che dal personale si apre all’universalità, nell’accezione del Buddismo che tratta gioie e dolori allo stesso modo, nella stessa misura. Sette “pillole di realtà”, per dirla ancora con Santamaria, che ognuno di noi può prendere a pretesto per indagare più a fondo il proprio io, attraverso il proprio personale sentire. Come quei quattro cani di degregoriana memoria (ma non solo) che, appunto, affrontano la vita senza condizionamenti, seguendo il puro istinto e la propria curiosità. Scrittura piuttosto ricercata, ma non superficiale, quella di Santamaria, autore in quest’album di tutti i testi e le musiche. Le liriche si articolano tra visionarietà e misticismo, tra realismo e sogno, con l’intento di suggerire più che descrivere storie d’amore o sociali che anelano al superamento della realtà a favore di una più compiuta introspezione.

 

Dopo i due precendenti album, il primo, #RisorseUmane che già ebbe buoni riscontri di critica e gli è valso la candidatura al Premio Tenco come miglior Opera Prima nel 2016, e il successivo Salveremo questo mondo pubblicato con l’etichetta vicentina La Cantina Records, Mosè Santamaria esce ora con questo “piccolo” ma profondo disco dal sapore pop con contaminazioni di elettronica, il cui senso è assolutamente non banale. L’album si apre con una Intro che è una premessa vera e propria all’intero lavoro, una sorta di dialogo tra l’uomo e l’infinito. Uno dei brani migliori e più rappresentativi dell’intero disco, a nostro avviso,  Come un Buddha sotto un fico, (qui il video scritto e diretto da Giacomo Capraro) racconta con apparente leggerezza la scelta di vivere alla ricerca di se stessi senza ambire a una felicità esterna all’individuo stesso, ma basata su di una completezza interiore. “La felicità non è una destinazione ma un mezzo di locomozione”, la spinta che guida (o meglio, dovrebbe guidare) ogni nostra azione e pensiero quotidiani. Il successivo brano Occhi nudi narra invece una storia distopica che non si distanzia molto da ciò che il mondo intero ha vissuto nei recenti anni di pandemia. Nel ritrovarsi soli ed isolati c’è da decidere se e come cercare un senso alla propria vita o se invece lasciarsi guidare dall’effimero che ci appare ad esempio in tv e attraverso i social media che spesso propongono mondi non veri e tendenziosamente artefatti. Storie d’amore e di dipendenza dall’amore, come in Skinny, brano in cui un rapporto malato si rivela l’esatto contrario di quello che dovrebbe rappresentare l’amore.

 

Alla ricerca della propria anima ci si spinge anche attraverso immagini effimere e assurde idolatrie (in Yoko Ono), che non bastano però all’uomo per sentirsi completo, e nemmeno un velo di nostalgia per anni spensierati (Festivalbar) può distogliere l’individuo dalla ricerca della propria spiritualità. L’album si chiude con Epitaffio, un brano tutt’altro che lugubre. E’ al contrario ricco di citazioni contemporanee e sottili giochi di parole, un vero e proprio inno alla rinascita e al superamento degli ostacoli verso la meta del viaggio.

“La fine di un viaggio è un po’ come una piccola morte, dove si cela in realtà una trasformazione, un ‘passaggio d’ottava’ che porta ad una evoluzione”
spiega in una nota lo stesso cantautore. È proprio in questo risveglio della coscienza e dello spirito, che attraverso le sue canzoni Santamaria ci propone come una sorta di esercizio spirituale, che dobbiamo trovare lo scopo del nostro odorare e attraversare la vita.

 

 

 

 

 

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Giacomo Capraro e Max Manticò
  • Anno: 2022
  • Durata: 21:00
  • Etichetta: LaCantina Records

Elenco delle tracce

01. Intro

02. Come un Buddha sotto un fico

03. Occhi nudi

04. Skinny

05. Yōko Ono

06. Festivalbar

07. Epitaffio

 

Brani migliori

  1. Epitaffio
  2. Occhi nudi