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Una

Come in cielo così in terra

In epoca googoliana decidere pirandellianamente di assumere il nome d’arte di Una equivale a una forma di suicidio: provateci voi a cercare “Una”, o, più scafati, “Una cantante”, e poi ditemi. Meno male che non abbiamo granché bisogno della Grande Rete per conoscere Una: abbiamo visto dal vivo Marzia Stano (vero nome che si nasconde dietro il nickname), cantante torinese di nascita, pugliese di formazione, ma bolognese di adozione, e ascoltato e apprezzato il suo precedente album Una Nessuna Centomila che ne aveva infatti rivelato le indubbie doti, non ultima delle quali una certa originalità di sguardo poetico/narrativo (in una canzone i due aggettivi vanno giocoforza a braccetto). Insomma, diciamo subito, per sgomberare il campo da malintesi, che Una è brava.

La ritroviamo a distanza di due anni con il secondo album Come in cielo così in terra e già dalla foto di copertina ci accorgiamo che la ragazza ha una voglia matta di spiccare il volo. Ci sono però molti modi di innalzarsi, come molti di affondare. Se il primo album era stilisticamente ancora riconducibile a un ambito generalmente e forse scorrettamente (ma per semplicità) definito indie-pop, la Marzia Stano del 2015 entra con baldanza nell’ascensore sociale, investe il suo patrimonio in un carico di lupini con l’ambizione di togliersi di dosso l’odore di pesce dei piccoli club e dei locali rumorosi pieni di birra, affidando così a questo disco le sue ambizioni di scalata mainstream (e la presenza del suo nome, tra quelli in lizza per Sanremo Giovani, è storia di questi giorni, parrebbe darle ragione). Intendiamoci: nulla di male.

Infatti il singolo Mario ti amo che apre il disco, sulle prime ci conforta: il suono appare più levigato, ma ciò non intacca la forza di una canzone che, oltre ad avere il coraggio di trattare un tema non semplice da raccontare (un amore omosessuale a distanza, con destini che si allontanano, con uno dei due lui, Mario appunto, che preferisce occultarsi piuttosto che rivelarsi), è davvero ben riuscita: squarci di vita studentesca (un filo rosso nella produzione di Una), un incedere musicale accattivante, ma non banale, con richiami eighties, un refrain trascinante. Bòn, gustiamoci il resto! Il problema è che il resto dell’album raramente è all’altezza: il fragile equilibrio iniziale si incrina già dalla seguente Sotto il cielo dell’Ilva: a fronte di un testo interessante, anche se un po’ forzato, che collega per analogia un rapporto consumato in fretta nei bagni di una stazione con il famigerato squallore industriale tarantino, la musica e l’arrangiamento rimandano, per dire, a una Gerardina Trovato (per chi se la ricorda). Scopamici ammicca (e anela) a una visibilità sui social (non a caso è stato pubblicato in anteprima su Fanpage.it, ed è il brano di Una più visualizzato su Youtube) mettendoci sopra il carico di un sound sfacciatamente radiofonico. E il disco viaggia così, tra il reggaetto di Professoressa che rappresenta il côté femminile del Mario d’apertura (non a caso sono entrambe state scritte con il cantautore romano Leo Pari), una coraggiosa rielaborazione (sarebbe meglio dire interpolazione) de Il lavoro di Piero Ciampi, una Giornata complicata che rinogaetaneggia fin troppo, un enueg voltato a roccaccio come Antiselfie, per poi chiudere con Camilla e Matteo che sintetizza i concetti espressi in Mario ti amo e Professoressa (con un verso che, tra l’altro, richiama molto da vicino quanto cantano i Petramante in La colonia: stessa etichetta, la MArteLabel. “Così va la vita”, chioserebbe Vonnegut) e una ballata sinuosa come Quel che manca.

In definitiva, se Come in cielo così in terra doveva essere per Una l’assalto alla luna, rischia artisticamente di essere un lavoro certo non brutto, ma che fatica davvero a librarsi sopra le proposte mainstream che già intasano video ed etere. Aspettiamo Una al prossimo giro, perché, citando ancora Ciampi, le carte in regola la ragazza ce l’ha, eccome, deve solo cercare, e bene, il tavolo giusto dove andarsele a giocare. 

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In dettaglio

  • Produzione artistica:  Coffe, Leo Pari, Gianni Mosci
  • Anno: 2014
  • Durata: 40:00
  • Etichetta: Martelabel

Elenco delle tracce

01. Mario ti amo
02. Sotto il cielo dell’Ilva
03. Scopamici
04. Fuori sede
05. Professoressa       
06. Il paese che canta
07. Il lavoro
08. Giornata complicata
09. Antiselfie
10. Camilla e Matteo
11. Quel che manca

Brani migliori

  1. Mario ti amo
  2. Il lavoro
  3. Professoressa

Musicisti

Marzia Stano: voce  -  Gianni Masci: chitarre acustiche, elettriche, guitalele, basso, batteria, percussioni, cori, Hammond  -  Coffe: piano acustico, Fender Rhodes, Hammond, Mellotron, Synth  -  Lucio Morelli: piano  -   Luca Giura: percussioni  -   Simone Martorana: chitarra elettrica e Hammond  -   Leo Pari: chitarra elettrica e cori