Anthony Braxton & Italian Instabile Orchestra
Testimonianza
di un non dimenticato concerto (a cui chi scrive ha avuto la fortuna di assistere)
in quel di Bolzano, il cd trae spunto dalla successiva messa in onda su Radio
Tre “Battiti”, ed è oggi disponibile nell’edizione della label, appunto, dell’emittente
di Stato. Anthony Braxton, il grande
chicagoano (classe 1945) protagonista principe dell’avant-jazz degli ultimi
quarant’anni, portò in Alto Adige quattro sue Compositions, durante il
concerto indicate a rotazione all’orchestra mediante cartelli con i rispettivi
numeri. C’erano stati vari giorni di prove e i risultati sono parsi tangibili.
Come spesso accade in operazioni ardite, persino spiazzanti (è questo il bello),
la performance non ha peraltro mancato di spaccare l’uditorio: un tutto
esaurito (anche con un bel po’ di gente rimasta fuori) dovuto al richiamo del
nome e dell’incontro si è così trasformato via via in una platea con molti
buchi, spettatori che, a gruppetti, si allontanavano dalla sala, evidentemente
impreparati a una musica così poco rassicurante, a tratti ostica, spesso
circumnavigante attorno a se stessa, e al tempo stesso di estremo rigore e fascino,
anche proprio spettacolare, nel suo dipanarsi in qualche modo teatrale, visivo,
gestuale.
Il disco di oggi
restituisce – anzi: forse persino amplifica – tali valenze. In un continuum senza soluzione di continuità,
segmenti più cameristici (e comunque quasi mai rilassati o lineari: invece
concettosi, cerebrali, a tratti irsuti) così tipici della scrittura braxtoniana
(Compositions 63 e 164) vi si alternano con le relative
“epifanie”, più dirette, swinganti, talora quasi boppistiche (le due versioni della
Composition 92, specie la prima), loro
logici contraltari climatico-emozionali. Tra i singoli, si fanno apprezzare in
particolare gli archi (specie Parrini
e Damiani) e poi Petrin, Schiaffini, il Trovesi
clarinettista, Colombo sia ai flauti
che al soprano. Né mancano le sortite dello stesso Braxton, che in particolare
nella Composition 164 part 2
intreccia il suo sopranino con flauto, clarinetto e cello in un collettivo prezioso
quanto serrato. L’Instabile, nata
nel lontano 1990 raccogliendo molti dei migliori improvvisatori di casa nostra,
ha un gran bisogno di incontri del genere, anche con “penne” di natura diversa,
per rivitalizzarsi e offrire a sua volta al compositore di turno sfaccettature
e un profilo interpretativo solo suoi. Ciò che è appunto accaduto con Braxton.
01. Composition No. 63
02. Composition No. 92 part 1
03. Composition No. 164 part 1
04. Composition No. 92 part 2
05. Composition No. 164 part 2
06. Composition No. 59
Anthony Braxton:
direzione, sax alto e sopranino
Alberto Mandarini,
Guido Mazzon, Pino Minafra: tromba
Martin Mayes:
corno francese
Giancarlo Schiaffini,
Lauro Rossi, Sebi Tramontana: trombone
Eugenio Colombo: sax
alto e soprano, flauto, flauto basso
Gianluigi Trovesi: sax
alto, clarinetti
Daniele Cavallanti:
sax tenore
Carlo Actis Dato:
sax baritono
Emanuele Parrini: violino
Paolo Damiani: violoncello
Umberto Petrin:
pianoforte
Giovanni Maier: contrabbasso
Tiziano Tononi, Vincenzo
Mazzone: batteria, percussioni