Lilli Burlero
Ci vuole del tempo per capire i Lilli Burlero, non è un disco immediato
il loro, e il sapore (agrodolce) di queste canzoni arriva col tempo, con un
dondolio sicuro, come quello di un viaggio in carrozza in un bosco nelle
tenebre. Culto Cartoon è il primo
capitolo di una trilogia, che a detta dei titolari verrà conclusa con un
libretto in cui verranno risolti i misteri e spiegata una visione complessiva
dell’opera. Nel frattempo, i dieci brani sono sufficienti a capire le basi di
questo gruppo. I musicisti romagnoli creano atmosfere tetre, visionarie,
fiabesche, i suoni si inzuppano di sonorità barocche ed oscure. In qualche raro
momento spuntano basi elettroniche rarefatte, alla Lambchop, o alla Sigur Ros,
e in generale i testi sono un impasto di folk cantautorale classico italiano
della migliore specie. Tra i momenti più emozionanti dell’album di sicuro c’è Il tramonto della famiglia Camporesi,
che si conclude con un omaggio a “L’estate sta finendo” dei Righeira. In alcuni
brani sembra quasi di ascoltare i Tiromancino che cantano “Cogli la prima mela”
di Branduardi, in altri momenti, come ne Il
cimitero di bambole, la musica viene quasi oscurata da una architettura di
testi dove la metrica è troppo lunga, e la voce ricorda Paul Simon in
Graceland, che deve rincorrere la chiusura del tempo a fatica. Alessandro
Gentili, autore dei testi e delle musiche, ha creato ogni brano descrivendo un
personaggio, una storia, come se fossero tutti racchiusi in un unico paese
rurale immaginario. C’è un chiosco, una giostra, un cimitero (di bambole), una
casa dove vive la famiglia Camporesi, dove magari si può trovare un circolo per
sole donne o trovarsi a cena con un barone durante una rivolta.
E’ come entrare in un sogno in
cui Lilli Burlero diventano moderni cantastorie che ci illustrano i personaggi,
i luoghi in cui vivono. Solo colmato il distacco iniziale, ci si rende conto
che «la ruota gira per tutti», e potrebbe capitare a chiunque di imbattersi in
questo paese, ed esser preso per mano ed esser accompagnato da una donna a
visitare la fiera di San Sebastiano, dove all’interno di un tendone la fortuna
va... ma questo come già detto è solo l'inizio, ed il primo capitolo burlesco
fa proprio ben sperare.
01. La festa di San Giovanni
02. Il Divertimondo
03. L'enigma degli Howard
04. Il circolo di Agata
05. Amelia – Una notte di tragedia
06. Il cimitero di bambole
07. Il chiosco
08. Il tramonto della famiglia Camporesi
09. La ruota
10. La cena di San Giovanni
Alessandro Gentili:
voce, chitarre, banjo, tastiere, sampling, gingilli
Marco Trentini:
voce, Glockenspiel
Stefano Rossi:
fisarmonica, tastiere, cori
Liana Mussoni:
voce in #4
Davide Rastelli: voce in #2
Giuseppe Righini:
cori in #6, voce e cori in #9
Danilo Rinaldi: batteria
in #4
Fortunato
Stramandinoli: voce in #10
Matteo Zamagni:
basso in #01 e #8
Enrico Zavalloni:
hammond in #9