ultime notizie

Lilith Festival: Genova tra pop, rock ...

di Alberto Calandriello Periodo di intensissima attività per l'Associazione Culturale Lilith, punto di riferimento per la cultura a Genova ed in Liguria, che da pochi giorni ha dato il ...

Elisa Ridolfi

Curami l’anima

Dopo una ventennale carriera, ricca di collaborazioni importanti e di progetti di grande spessore culturale e artistico, Elisa Ridolfi giunge finalmente ad un atteso e forse inevitabile traguardo: quello di realizzare un disco tutto suo in qualità di cantautrice. Curami l’anima è il suo album di esordio ed è inserito in un booklet di 28 pagine, edito da Squilibri, impreziosito da fotografie che la ritraggono accanto alle opere in ceramica di Antonella Sabatini.

Ridolfi, marchigiana, classe 1978, ha esordito poco più che ventenne in un ensemble votato a diffondere la promozione del fado, fondato da Marco Poeta e comprendente elementi di spicco come Eugenio Finardi e Francesco Di Giacomo, avventura musicale che si concretizzò anche nella produzione di un disco-tributo al genere, O Fado (2001). In seguito, oltre ad interpretare brani di questo repertorio insieme ad artisti quali Jorge Fernando, Argentina Santos, Riccardi Ribeiro, Ana Sofia Varela ed Ana Muora, Elisa ha affiancato personaggi del calibro di Andrea Parodi, Peppe Servillo e Lucio Dalla. Ha poi fatto parte del collettivo internazionale “Del Barrio” e della Compagnia di Musicultura e si è dedicata alla didattica della musica. Queste molteplici e variegate esperienze hanno avuto come naturale conseguenza il progetto di un album autonomo, in cui finalmente esprimere tutte le sue qualità anche come autrice, coadiuvata da un nutrito gruppo di musicisti di talento, tra i quali due ospiti d’eccezione: Jaques Morelenbaum al violoncello e lo stesso Finardi. Il booklet del CD è corredato da un’introduzione di Domenico Ferraro, che illustra in modo esaustivo il percorso artistico di Elisa e gli intenti del suo lavoro, e dai contributi di Jorge Fernando e di Enzo Nannipieri.

Il titolo del full-length vuole alludere alla capacità della musica di alleviare le pene del cuore e di offrire consolazione per ogni contrarietà della vita: la suadente voce di Elisa, giunta al culmine delle proprie capacità come timbrica, estensione e varietà di modulazioni, è un autentico balsamo lenitivo che accarezza l’ascoltatore, conducendolo in un porto di quiete, al rifugio - almeno per lo spazio costituito dalle dieci tracce - dalla “febbre del mondo”, dagli affanni e dalla frenesia della quotidianità. I brani si inanellano come in una preziosa collana di cui ogni elemento è una perla irregolare, con caratteristiche e forma diversa, che nell’insieme va a costituire un gioiello armonioso. E le liriche, se lette di seguito, sono una sorta di flusso di coscienza, un monologo interiore – ma con lo sguardo rivolto all’esterno - che nel susseguirsi di episodi differenti racconta un viaggio dello spirito tra le stazioni dell’amore, della solitudine, della scoperta di sé, della musica e della letteratura.
 
Parliamo non a caso di “flusso di coscienza”, perché nell’album sono ben due gli omaggi a Virginia Woolf: Il tempo passa e Q, in cui si cita esplicitamente “Gita al faro,” il capolavoro dell’autrice londinese ove si sondano emozioni e sussulti interiori e ci si immerge nel rumore lento del vivere, nell'impercettibile trascorrere delle ore e delle stagioni e nei pensieri dei protagonisti, con il vagheggiato desiderio di un’escursione che, realizzandosi solo a distanza di anni, si configura come una profonda riflessione sul senso della vita. E, a suo modo, anche Curami l’anima ci spinge a interrogarci sul significato dell’esistenza e sulla lentezza che a volte è necessaria: il disco, infatti, era già pronto due anni fa, ma è stato pubblicato solo ora, così come la gita promessa dalla signora Ramsay al figlioletto James nel romanzo di Woolf avviene, per una serie di vicissitudini, un decennio dopo.

Uno dei protagonisti dell’album è il mare, sfondo ricorrente in molti brani: “mare di suoni”, tessuto di acque che riveste un poeta, voce che mormora, dispensatore di parole che il vento trasporta o foriero di tempeste da cui cercare riparo, l’elemento acquatico è lo scenario in cui dimorano i moti dell’anima dell’io narrante. Altro “personaggio” è lo stesso fado, ai cui stilemi si rifanno molte tracce e che idealmente si materializza sotto forma di “fili” che si liberano nell’aria per poi ritornare “tra le labbra a fil di voce” e diffondersi ancora nell’ambiente circostante, come correlativi oggettivi di un’inquietudine che cerca conforto (Fili di fado). Ma il canto è anche compagno di vita che allevia le pene d’amore e accompagna un cuore errante nei suoi vagabondaggi (La febbre del mondo), mentre il risuonare delle onde fa vibrare, come le note di una chitarra in un “vecchio fado”, porti e città (Tutte le lingue del mondo). È naturale, poi, che dolcezza, malinconia e saudade si esprimano anche in lingua portoghese in testi bilingue, come in quest’ultimo pezzo e in Ho un addio.

Il tempo passa, prezioso brano dal raffinatissimo tessuto sonoro di stampo jazzistico, è ispirato alla seconda parte di “Gita al faro” che nel romanzo funge da raccordo tra il progetto del viaggio e la sua realizzazione, coprendo il decennio in cui scoppia la prima guerra mondiale e la signora Ramsay muore. Questo lungo arco temporale è compresso, nella canzone, nello spazio di una notte, mentre l’intreccio tra il siku, il sax e la vocalità di Elisa è espressione dello scorrere di infiniti attimi che si fanno ore, giorni e anni. Q contiene invece la citazione di un monologo interiore della stessa signora Ramsay in riferimento alla brillante mente del marito: “se il pensiero è simile alla tastiera di un pianoforte, diviso come quello in un certo numero di note; o se, come l’alfabeto, è articolato in ventisei lettere tutte in fila, la sua mente non aveva nessuna difficoltà a scorrere quelle lettere una dopo l’altra, con sicurezza e con precisione, fino, ad esempio, alla lettera Q.” Nella canzone, oltre alle meditazioni della moglie, incalzanti e quasi “isteriche”,  viene dato spazio anche a quelle del signor Ramsay e al suo senso di inadeguatezza. L’atmosfera si fa notturna e sax, contrabbasso e pianoforte ci conducono in una passeggiata tra le dune - anche se la sensazione è quella di trovarci in un jazz club - finché le voci di Elisa e Tony Canto non si sovrappongono in un dialogo che non trova conciliazione, come se i mondi interiori dei due protagonisti fossero destinati a non incontrarsi mai.

Fondamentale è stato l’apporto, per la realizzazione di questo disco, dello stesso Tony Canto, responsabile della produzione e degli arrangiamenti, oltre che presente in quasi tutti i brani alle chitarre. Ma c’è anche il prestigioso contributo di Eugenio Finardi in Tutte le lingue del mondo, a voler richiamare il progetto che, più di vent’anni fa, lo vide con Elisa interprete di classici del fado in lingua originale e in italiano.

 “La vita non è una serie di lampioncini disposti simmetricamente; la vita è un alone luminoso, un involucro semitrasparente che ci racchiude dall’alba della coscienza fino alla fine.” Così scriveva Virginia Woolf, e allo stesso modo le canzoni di Elisa Ridolfi emanano una luce delicata e impalpabile che guida l’animo dell’ascoltatore a placare le proprie inquietudini senza mettere a tacere emozioni e sentimenti. Curami l’anima è un disco che trasuda struggimento e bellezza, felicità e malinconia, passione e consolazione, pervaso da un’aura di saudade e al tempo stesso contenente guizzi di dirompente vitalità. Un album che mantiene le radici nella tradizione di cui l’artista è stata per molti anni straordinaria divulgatrice, ma che prende il volo verso altri territori, altre ispirazioni.

0 commenti


Iscriviti al sito o accedi per inserire un commento


In dettaglio

  • Produzione artistica: Tony Canto
  • Anno: 2023
  • Etichetta: Squilibri Editore

Elenco delle tracce

01. Curami l’anima
02. Dorme un poeta
03. Erika e la luna
04. Fili di fado
05. Il tempo passa
06. La febbre del mondo
07. Q. Pensando a Gita al faro di Virginia Woolf
08. Tutte le lingue del mondo
09. Ho un addio
10. Plurifollie

Brani migliori

  1. Fili di fado
  2. Il tempo passa
  3. Tutte le lingue del mondo