Julius Project
Il concept-album d’esordio di chiara matrice progressive Cut The Tongue ha visto la luce dopo ben 40 anni di gestazione: il primo brano fu concepito addirittura il primo gennaio del 1978. Nelle intenzioni di Julius, al secolo Giuseppe Chiriatti, i brani erano destinati al suo gruppo dell’epoca, i Forum, i quali però avendo nel 1976 abbandonato la musica prog a favore del rock-jazz li ritennero superati. Le canzoni sono quindi rimaste in un cassetto fino a che Bianca, la figlia maggiore di Julius, dopo 35 anni riascolta per caso i demo dell’epoca e si accorge che si tratta di un vero e proprio concept-album, che racconta una storia incredibile e così convince il padre a pubblicarlo. E qui entra in gioco il tastierista milanese Paolo Dolfini, ex Jumbo, che abbraccia immediatamente il progetto, suonando le tastiere in diversi brani, curando gli arrangiamenti e dando il via alla realizzazione.
Un album, Cut The Tongue, come abbiamo visto dalla genesi a dir poco travagliata. Un progetto intenso che, con i suoi 18 brani, racconta il percorso interiore del giovane Boy, interpretato dalla voce di Bianca Berry. Boy, un ragazzo come tanti ce ne possono essere soprattutto in questo tragico periodo di pandemia, sente che la sua vita non ha senso. Chiuso in sé stesso si affida ad uno pseudo “profeta” che gli decanta le meraviglie della ricchezza e l’importanza dell’apparire fino a quando, la notte di San Silvestro, Boy si rende conto che quegli insegnamenti sono effimeri, delle false illusioni. All’alba, in una dimensione onirica, ascolta la voce di uno spirito guida che gli raccomanda di “tagliare la lingua” (da qui il titolo dell’album) ai falsi profeti. È così che Boy, troverà il vero significato della sua esistenza e riuscendo a fare della sua solitudine una virtù.
L’opera vede anche la partecipazione di nomi storici della scena prog nazionale e mondiale, dall’arrangiatore Paolo Dolfini a Richard Sinclair, vera e propria leggenda della scena inglese di Canterbury, arrivando fino all’ex Maxophone Marco Croci.
Inutile soffermarsi sui singoli brani con un album di simile caratura. Prendetevi del tempo, ascoltatelo dal primo all’ultimo brano e fatevi coinvolgere. “Cut The Tongue” è un album che saprà omaggiarvi con più di un’emozione. Un disco assolutamente consigliato.
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01. The Fog
02. In the Room
03. You Need a Prophet
04. Mask & Money
05. Welcome to the Meat Grinder
06. Speed Kings
07. Clouds pt. 1
08. Clouds pt. 2
09. Cut the Tongue
10. The Swan
11. Island
12. We Know We Are Two
13. I See the Sea
14. Glimmers
15. Castaway
16. Wood on the Sand
17. Wandering
18. Desert Way
Bianca Berry: voce solista – Filippo Dolfini: batteria, percussioni – Marco Croci: basso, voce solista, cori – Dario Guidotti: flauto, voce solista – Francesco Marra: chitarra solista, chitarra classica, chitarra 12 corde – Mario Manfreda: chitarra solista, chitarra 12 corde – Paolo Dolfini: tastiere, minimoog, pianoforte, arrangiamento archi, cori – Julius: tastiere, organo Hammond, voce solista
Ospiti: Richard Sinclair: voce solista – Martina Chiriatti: voce – Egidio Presicce: sax tenore – Daniele Bianchini: chitarre – Flavio Scansani: chitarra solista, chitarra 12 corde