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Marcello Bonanno

Cycles

Quello di Marcello Bonanno è un disco di, e per, solo pianoforte. Il curriculum dell’artista siciliano è decisamente impressionante, ma fra le note di Cycles non si trovano, se non marginalmente, gli echi delle sue innumerevoli collaborazioni. Il pianoforte regna incontrastato sovrano, ma soprattutto il pianoforte viene esplorato in, se non tutte, certamente molte delle sue potenzialità espressive: Bonanno è all’interno delle tredici tracce aggressivo, malinconico, evocativo, percussivo, lirico, acido, romantico, e lo è non soltanto da un punto di vista compositivo, ma anche, e forse soprattutto, nell’approccio allo strumento, che interpreta con un vigore ed una grinta davvero ragguardevoli.

Milano è, ad esempio, un brano stridente, in cui linea melodica e linea ritmica “combattono” una sorta di guerra continua ed instancabile, concretizzando la fusione di questi due aspetti all’interno di un percorso che si potrebbe definire “free” per le apparenti dissonanze, ma che in realtà risulta essere quadratissimo e rigoroso, così come lo è Cycle IV, un ostinato percussivo in Do. Anche nei brani più melodici il pianista palermitano non indulge mai in passaggi particolarmente “sdolcinati”, tutt’altro: il romanticismo espresso, ad esempio in Assenza, è frutto non solo delle linee tracciate sul pentagramma, ma anche della capacità di interpretare lo strumento strappando, dalle corde, suoni ed intensità davvero singolari, di alternare pieni e vuoti creando una dinamica adatta al singolo brano e quindi evitando in maniera saggia quelle ripetitività tipiche dei brani che mirano a colpire in superficie, ma che oltre quella superficie proprio non riescono ad andare.

Negli ultimi anni la musica per pianoforte ha subito un’impennata di interesse conseguente all’aumento dei musicisti che hanno deciso di proporla; va da sé che in molti casi si è trattato di un sistema, interessante dal punto di vista del marketing, utilizzato per “avvicinare” le persone alla musica classica, permettendo loro di farsene un piccolo vanto.

Il problema sorge, del tutto ovviamente, quando le conoscenze/competenze in materia sono scarse, se non inesistenti: allora basta che un brano sia genericamente ritenuto “bello”, e quindi orecchiabile, per far si che diventi anche valido. In questo caso nulla di tutto ciò: le tredici tracce contenute in Cycles vanno ascoltate bene e, per capirne il senso, un minimo di conoscenza della musica classica sarebbe auspicabile anche perché non ci sono quei rimandi “facili”, quelle melodie “accattivanti”, quei passaggi che “si possono fischiettare” creati ad hoc per catturare l’attenzione.

Qui il lavoro va più in profondità e l’attenzione va concentrata, come detto, non solo sul brano ma anche sull’esecuzione, come ad esempio in Invocazione: con questo approccio non solo ci si addentra nella musica che si sta ascoltando, ma si permette ad essa di penetrare nell’animo di chi l’ascolta, realizzando un’osmosi tanto rara quanto preziosa.

Foto di Manuel Cicchetti

 

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Gianluca Cangemi, Luca Rinaudo, Danilo Romancino
  • Anno: 2017
  • Durata: 62:34
  • Etichetta: Almendra Music

Elenco delle tracce

01. Die vorstufe des chaos (prologo)
02. Cycle I
03. Milano
04. Assenza
05. Cycle II
06. Bagatelle
07. Il nome del padre (ninna nanna per Lorenzo)
08. Gyorgyplatz
09. Cycle III
10. Lorentz boost
11. Il pianto di Chiara
12. Cycle IV
13. Invocazione

Brani migliori

  1. Die vorstufe des chaos (prologo)
  2. Milano
  3. Assenza

Musicisti

Marcello Bonanno: pianoforte