S.M.S.
Cantante e musicista (voce dei primi tre storici e seminali album dei Diaframma, attivo successivamente nel progetto Van der Bosch e poi con i (P)neumatica), artista figurativo, scenografo, sperimentatore mai stanco di alchimie multimediali, quasi cacciatore di sinestesie artistiche in grado di racchiudere fremiti chiaroscurali e in/visibili moti dell’animo, Miro Sassolini torna ad esplorare le intime risonanza del canto con il progetto S.M.S., dai cognomi dei suoi principali artefici, ovvero Sassolini appunto, la poetessa Monica Matticoli e il produttore Cristiano Santini, ex voce dei Disciplinatha.
In questo album di “momenti musicali”, della forma canzone resta appena qualche rara concessione alla melodia e a ritmi lievemente in odore di solare synth-pop (Petite mort); senza strofe o ritornelli, in Da qui a domani la parola attraversa sangue, carne, ossa, pensieri e desideri per inseguire e distendere le linee di un'identità maschile, dall'autoanalisi al «furioso accanimento di due corpi nel negoziarne uno solo» (In quiete), in «estasi e fedeltà» (Petite mort), e descrivere il limite che rende impossibile l’auspicata fusione completa con l’amato/a o segna distanze che straziano nella necessità di quell’unione ipnotica di sensi e fame d’amore tra «gl’incantamenti e le tensioni del cuore» (Dal vetro allo specchio).
In un «mormorare / d’immagini e vene», i versi seguono il movimento del tempo, che ruota o si coagula nella memoria, annulla il suo corso precedente in un grembo in cui si trema «come una lacrima» e si scioglie il proprio destino (Mai troppo chiuso il tempo), oppure ancora «si disfa come il letto maturo / dove ancora ti cerco», quando ormai non c’è più «passione fra le ferite» (Oltremodo).
La voce da crooner di Sassolini nel canto, talora quasi recitato, plasma l’armonia dei suoni, impasta le sillabe, le tende, riaggrega o prolunga in vibrazioni sensuali e melodiose (si ascolti ad es. la parte cantata di Sul limite, dopo la voce narrante di Monica Matticoli,oppure il brano Leonard): essa è un ricamo di seta e fumo notturno, una trama nervosa ed insieme morbida come una carezza febbrile, che sparge al meglio il suo fascino intimo quando il tappeto musicale è una sinfonia elettrico-elettronica. Quest’ultima sa farsi eterea o spettrale e sa caricarsi a tratti di un pathos algido ed insieme avviluppante (In quiete), o dolce e raffinato, tra rade chitarre acustiche (A nudo).
La voce di Miro si posa ancora su un candido manto di tastiere e scintillii di synths di Federico Bologna (Technogood, Armoteque) in Disvelo, oppure si muove in chiostri sacrali di note profonde e al contempo fragili in Rimane addosso (la veste lacerata del risveglio), caratterizzata da linee musicali quasi à la Eno e da un cantato a tratti più accorato ed acuto del consueto.
Le ritmiche elettroniche a volte si vestono di vertigini trip-hop (ad es. in Dal vetro allo specchio o in Semel heres, dotata di accenti di inno religioso prima di una delicata coda di piano), a volte assumono un’allure art-rock anni ’80 (Idea dell’alba); non c’è tuttavia nostalgia per il proprio passato musicale in Sassolini: non mancano le tracce del seme della new-wave, ma come uno dei tanti nutrimenti di fiori anomali e inquieti, che profumano di notti, incastri e sospiri. Un’inesausta ricerca anima forme talora volutamente sospese o non facili da metabolizzare, ma dense di un’ispirazione poetica e musicalmente levigata di sicuro pregio.
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01. Sul limite
02. Leonard
03. In quiete
04. Disvelo
05. Rimane addosso (la veste lacerata del risveglio)
06. Semel heres
07. Idea dell’alba
08. A nudo
09. Petite mort
10. Dal vetro allo specchio
11. Mai troppo chiuso il tempo
12. Oltremodo
Miro Sassolini: voce, melodie Cristiano Santini: programmazioni, chitarre, basso, musica, registrazioni e mixaggi Federico Bologna: tastiere, sintetizzatori, musica Monica Matticoli: voce narrante, testi Nicola Fantozzi: mastering Luca Guerri: progetto grafico