Casino Royale
Davvero un’occasione speciale si rivela l’iniziativa da parte della Universal di ristampare i cataloghi di alcuni dei propri artisti più prestigiosi, presentandoli in nuova confezione e a prezzo speciale. Soprattutto quando si parla di riproporre in cofanetto le gesta integrali di uno dei gruppi più influenti della storia della musica italiana degli ultimi venti anni, i Casino Royale, dall’inizio della loro carriera in lingua italiana, dopo le prime rivelazioni di ska-reggae anglofono di Soul of Ska (1988) e Jungle Jubilee (1990). Tre anni dopo la band inaugurerà infatti con Dainamaita un intero nuovo percorso e lo farà da vera dinamitarda nietzschiana. Una manciata di canzoni, una miriade di influenze, dagli zii Clash al funk da blaxploitation, dalle campionature dei notiziari dell’epoca fino all’hardcore e alle torch song in aroma ragamuffin. Tutto inizia con una splendida citazione al piano della mitica Skaravan Petrol, con cui già avevano in passato omaggiato Carosone e il mambo-doo wop all’italiana, per poi aprire un varco con Treno per Babylon verso un mondo, uno spazio e un anno che la band stessa contribuirà a disegnare. C’e poco da fare, Danamaita è ciò che di più cool e appropriato potevi ascoltare nella metro di Milano nel 1993. Era la colonna sonora del mondo nato dalla stagione delle posse, impegnato socialmente, inebriato dai nuovi fermenti dei centri sociali, e disincantato di fronte alla grande occasione dell’epoca, l’expo di allora, le celebrazioni del cinquecentenario della scoperta dell’America. In Metallo Giallo i nostri infatti dimostrano subito da che parte stanno («è l’assassino che scrive la storia…»), ricordando l’origine e il fine di tutti i mali nati dalle tre caravelle («tutto è mutato, nulla è cambiato e la macchina schiaccia ancora per il metallo»), celebrano l’America cosciente, scatenata e rivoluzionaria con una cover caleidoscopica di Purple Haze, tra hammond, fiati, cori ska, mellifluo slap bass e gli incondibili scratch di DJ Gruff. Esaltano l’amore da one night stand che sa trasformarsi come una farfalla in gioco di sguardi e di cuori sfiorati, creano una delle grandi canzoni d’amore di una generazione: Giuliano Palma non sarà l’unico a sentirsi un Re senza trono, anzi per anni il pezzo diverrà il “lento” prediletto delle feste in casa di fine millennio. In quel momento la band sembrava capace di poter misurarsi con ogni tematica e genere, stile e influenza, maestri del crossover e dei campionatori, capaci di saper amalgamare la Milano del passato e del presente, sposando il vinile graffiato di Passeggiando per Milano di Pino Liggeri con i mantra e il sitar di Edda, concludendo l’album con Cielo, tagliente ritratto della cultura meneghina («Milano è la città dove il denaro assalta/ fa girare la testa/ ma che regola è/ questo è il mondo/ io rispondo/ sento questo cielo stanco e respiro fino in fondo») fin troppo profetico («devi tenere alta la guardia/ devi tenere lontano chi ti sta cambiando/ devi tenere lontano chi ti sta vendendo/ lontano gli anni che verrano»…«perché chi sbaglia troppo sbaglia e non impara più»).
Sono cambiate le strade, il San Antonio Rock Squat non esiste più, Rodney King è diventato un nome da documentario ingiallito, ma quando sentiamo che all’epoca «un’aragosta al ristorante di Montecitorio costa 12.000 lire» e che «secondo l’Onu l’80% per cento delle risorse mondiali vengono usate dal 15% della popolazione», non ci sentiamo poi così lontani dal presente. Grazie quindi alla Universal e ad una tale iniziativa di riscoperta per averci fatto sentire di nuovo, magicamente, a casa.
http://www.casinoroyale.it/ http://www.myspace.com/casinoroyale1 http://www.universalmusic.it/pop/
01. De Maestro E…
02. Dainamaita
03. Dainadaba
04. Treno Per Babilon
05. Pardo Dietro Lo Specchio
06. Re Senza Trono
07. Quando Si Perde Il Controllo
08. KZK
09. JSS
10. Purple Haze
11. TaShot
12. Justice
13. Metallo Giallo
14. Cielo
Giuliano
Palma: voce, melodia
Alioscia
& B.B. Dai: parole, voce
Michelino
"Il Pardo": chitarre
Alessio
Manna: basso
Ele
Danca: tastiere, sequencer
Walter
"Gesù Cristo" Marchesoni: tastiere
Ferdi:
batteria
ospiti
D.j.
Gruff: il d.j.
Nicola
Frisia: sax
Dadaman:
sax
Il
Silvio: sax e sigarette
Andrea
Incerti: tromba
Edda:
mantra